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Odissea moderna a caccia di oggetti smarriti

Chiunque ha studiato qualcosa di concreto di economia sa perfettamente che il Pil cresce molto e bene soprattutto in quei mercati nei quali è predominante il potere della domanda, cioè dei consumatori, sull’offerta. Tanta concorrenza e poco monopolio, per essere sintetici. L’attenzione maniacale agli interessi dei consumatori produce sviluppo non la salvaguardia degli obiettivi dei politici e dei sindacalisti che “occupano” i monopoli pubblici.

Due esperienze vissute in prima persona certificano come lo spread tra Italia e Germania nella qualità dei servizi al consumatore sia ancora a quota 1.000, cioè nel territorio della non crescita per l’Italia.

Giovedì 27 agosto acquisto un biglietto, esibendo la mia carta di identità perché questo richiede la procedura di Trenitalia, alla stazione di Torino Porta Nuova per un vagone letto sul treno delle 20,45 da Torino a Salerno. Il convoglio è l’ICN 35699 ed il mio numero di vagone letto il 42. Trenitalia sa tutto di me a questo punto. Il cuccettista, dedicato al mio vagone, mi identifica di nuovo, chiedendomi di esibire la carta di identità che annota nel numero su un suo foglio, prima di permettermi l’accesso al mio posto letto.

Alla stazione di Roma Ostiense alle 5,38 di mattina dimentico il mio iPad nel vagone letto e qui comincia un’avventura terzomondista con i servizi italiani. Il servizio di base ferroviario era stato perfetto, il treno è anche arrivato in orario. Tutto quello che arricchisce e qualifica un viaggio è, invece, inesistente come servizio per il consumatore. Vado sul web a cercare il modo per contattare Trenitalia per comunicare che ho dimenticato l’iPad sul posto letto n.42 della carrozza 9 del treno ICN 35699 e scopro che non esiste alcuna procedura per gestire gli oggetti smarriti a bordo.

Chiedo a un amico di Salerno di andare alla stazione di arrivo per verificare se, come da procedura Trenitalia, qualcuno lo ha consegnato al locale ufficio oggetti smarriti. Alla stazione di Salerno non c’è un ufficio oggetti smarriti e per regolamento, credo del secolo scorso, il mio amico scopre che gli oggetti scoperti a bordo del treno devono essere, dal capotreno, consegnati agli uffici comunali sostituiti per prassi dalla Polizia ferroviaria. Insomma manco nelle ferrovie dello Zambia un servizio così tanto anti consumatore potrebbe essere concepito. Il mio iPad, ovviamente, non è stato rintracciato.

Stessa esperienza con Lufthansa tre mesi prima. Volo da Riyadh a Roma via Monaco di Baviera e nel cambio, alle 6 di mattina, dell’aereo a Monaco dimentico il mio iPad sull’aereo. Non faccio in tempo ad accorgermene che verso le 12,30 ricevo una telefonata dell’ufficio oggetti smarriti dell’aeroporto di Monaco che mi informa che hanno ritrovato il mio iPad. Per procedura dovrei andarlo a ritirare a Monaco di persona facendomi identificare, ma mi metto a piangere al telefono spiegando che è uno strumento di lavoro e che il recupero mi costerebbe come un nuovo iPAd. “Mi faccia chiedere a Lufthansa se possiamo fare un’eccezione alla procedura”, mi dice la consumercentrica lavoratrice tedesca. Dopo venti minuti mi richiama per dirmi che il personale Lufthansa dell’ultimo volo per Roma lo avrebbe preso in carico e lasciato all’ufficio oggetti smarriti di Fiumicino. La mattina dopo alle 9,20 riavevo il mio iPad tra le mani.

Lufthansa sa benissimo che il consumatore lo si guadagna con i servizi a valore aggiunto, Trenitalia gode della rendita monopolistica: anche se volessi protestare come consumatore per il non servizio ricevuto comprando un altro servizio di treno notturno non potrei farlo. Poi, però, non sorprendiamoci se il Pil tedesco va mentre il nostro arranca: il capitalismo è al servizio dei consumatori e non di tutti gli altri stakeholders tranne i consumatori. Eppoi, non avere nel 2015 un ufficio oggetti smarriti per i viaggi ferroviari è davvero qualcosa di molto curioso.

 
POSTO VAGONE LETTO n.42

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