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Le 8 proposte di Area Popolare per il Piano sud del governo Renzi

Un piano per rilanciare il sud in 8 punti, tra cui misure per favorire la delocalizzazione nel Mezzogiorno e una ipotesi di macroregione meridionale.

È quello messo a punto da Area popolare che questa mattina ha presentato il documento dal titolo “Risorsa Sud – Il Mediterraneo del Nord, un’opportunità per l’Italia”.

SVOLTA VERSO SUD

Per il leader del partito Angelino Alfano – che insieme a Lorenzo Cesa e a Gaetano Quagliariello ha illustrato alla stampa il piano nella sede dello Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – “l’Italia grazie a noi ha svoltato a Sud” e “vogliamo che su questo e sulla famiglia il governo faccia un piano da qui alla fine della legislatura. Sud e famiglia – ha aggiunto il ministro – sono i nostri due temi forti e su questi Ap misurerà la capacità di stare al governo”.

DALLA SCINTILLA ALL’INCENDIO

“Questa estate i dati Svimez hanno acceso una scintilla sul Sud, ora deve
scoppiare un incendio nel Mezzogiorno”, ha detto Alfano tirando in ballo l’ultima chiacchieratissima edizione del rapporto Svimez 2015 secondo la quale a livello europeo l’economia del Sud, tra il 2001 e il 2004, ha fatto registrare un andamento peggiore a quello della Grecia. Conclusioni criticate da molti ambienti governativi.

LE OTTO PROPOSTE

Quello di Area popolare per il Sud non sarà un “lavoro spot – ha chiarito Alfano – ma un organico e coordinato insieme di misure” che prevede otto proposte: credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali per strutture produttive; credito di imposta per la riqualificazione dell’offerta turistico-alberghiera e dell’agroalimentare; rientro dei cervelli con potenziamento delle agevolazioni fiscali per il Sud e le aree di crisi industriale complessa; incentivi alla delocalizzazione verso il Sud; patrimonio Infrastrutturale Comune secondo una ipotesi di macroregione meridionale-masterplan; tempi definiti e poteri sostitutivi del governo per l’iter degli interventi finanziati con fondi europei; incentivo alla localizzazione in aree retroportuali di imprese che possono usufruire dei servizi portuali; pacchetto di misure per il recupero di competitività del sistema ‘diporto nautico’.

CREDITI DI IMPOSTA

Per rilanciare gli investimenti produttivi il piano di Area Popolare, che tra l’altro prevede un disegno di legge per riaprire la questione del ‘ponte sullo stretto’, punta su un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali destinato a strutture produttive e su misure a favore delle strutture turistiche.

Nel primo caso, l’agevolazione riguarda gli interventi in beni strumentali nuovi, sia materiali (macchinari) sia immateriali ed è destinata a imprese ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

La misura sarà graduata in base alle dimensioni dell’impresa: 45% per le imprese fino a 50 dipendenti, 35% per le imprese fra 50 e 250 dipendenti, 25% per le grandi imprese (per le start-up con soci fino al 65%), e non sarà cumulabile con altri aiuti a finalità regionale o aventi ad oggetto le medesime spese.

La misura destinata a imprese turistico-alberghiere e dell’agroalimentare ha per oggetto invece tutti gli interventi di riqualificazione edilizia ed energetica, adeguamento sismico, adeguamento impiantistico, fino alla rottamazione delle strutture ricettive obsolete di piccola dimensione con cambio di destinazione d’uso, nonché spese per rinnovo degli arredi (per il turistico-alberghiero)
Anche in questo caso il credito d’imposta è graduato in base alle dimensioni dell’impresa e può raggiungere un massimo del 65% per le imprese con meno di 50 dipendenti

INCENTIVI ALLA DELOCALIZZAZIONE

Gli incentivi alla delocalizzazione proposti questa mattina prevedono la riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, in modo da agevolare le assunzioni e una riduzione del costo dell’energia e dei trasporti in misura proporzionale all’investimento de localizzato e una tempistica certa per il rilascio delle autorizzazioni per nuovi insediamenti imprenditoriali (manifattura e commercio).

LA MACROREGIONE MERIDIONALE

Tra i punti illustrati allo Svimez da Alfano vi è quello di  un “Patrimonio Infrastrutturale Comune” secondo l’ipotesi di una macroregione.La misura – si legge nelle slide di presentazione – prevede il condizionamento di alcune quote per Obiettivi Tematici da destinare a cofinanziare la dimensione regionale che concorre a quella nazionale strategica (per infrastrutture e sicurezza ambientale); l’individuazione all’interno del POR di una quota obbligatoria dedicata alla costruzione, completamento, ammodernamento del patrimonio comune (vale anche per i servizi tecnologici) e il rafforzamento delle funzioni di coordinamento e regia del Governo, a garanzia del rispetto del cronopogramma, articolato in fasi attraverso l’utilizzazione di strumenti finanziari innovativi plurifondo”.

SFOGLIA LE SLIDE DI PRESENTAZIONE DEL PIANO “RISORSA SUD

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