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Tutti i vantaggi (e i risparmi) della sanità 2.0

Risparmiare fino a 7 miliardi all’anno è possibile. Persino per il comparto della sanità, additato sovente per sprechi e malagestio. La via per il risanamento si chiama innovazione tecnologica ed è stata indicata ieri pomeriggio nel corso di due tavole rotonde all’Università Luiss Guido Carli, nella cui sede si svolge in questi giorni S@lute, il primo forum sulla sanità digitale.

Un’occasione per fare da una parte il bilancio di un sistema fragile e complesso al tempo stesso, dall’altra per condividere soluzioni mirate per rendere ostenibile il sistema sanitario italiano e da sottoporre nel breve termine al parere del commissario per la spending review Yoram Gutgeld.

DIGITALIAZZARE PER RISPARMIARE: I NUMERI DELL’OSSERVATORIO NETICS

Secondo l’Osservatorio Netics, che traccia un quadro dei possibili risparmi nel campo della sanità, mediante una serie di interventi volti a digitalizzare le strutture e i servizi offerti dal sistema sanitario, il cosiddetto digital health, si potrebbero accumulare 6,9 miliardi di risparmi all’anno. Tra le soluzioni digital health suggerite nel corso dell’incontro: l’Evidence based medicine, un sistema informatico che supporta il medico nella decisione sulla terapia da assegnare al paziente. In questo modo, secondo i calcoli dell’osservatorio, si risparmierebbero più o meno 2,5 miliardi all’anno. Un altro miliardo e mezzo si potrebbe poi risparmiare ricorrendo alla telemedicina, ossia una cura a distanza qualora non sia necessario il ricovero. Mediante questo strumento le giornate di ricovero verrebbero ridotte mediamente del 5%, con un notevole alleggerimento della spesa sanitaria. Altri risparmi deriverebbero infine da una maggiore centralizzazione degli acquisti da parte della pubbliche amministrazioni, Asl in primis.

Il PARERE DEI MANAGER

E proprio la necessità della centralizzazione degli acquisti è stata sottolineata da Armando Ardesi, amministratore di Tecnologie Sanitarie spa e membro di Assobiomedica, che ha chiesto “una procedura comune per la centralizzazione degli acquisti da parte della Pa”. Secondo Giovanna Camorali, direttore pubblica amministrazione locale e sanità per Ibm Italia, per risanare il sistema non si tratta solo di razionalizzare la spesa della sanità ma anche “di abilitare nuovi modelli di analisi e cura attraverso l’utilizzo di tutti i dati rilevanti per il nostro stato di salute”. Tra i modelli in questione “il sistema Watson con cui siamo in grado di estrarre valore da questa enorme mole di dati clinici, genomici, comportamentali e di ricerca e di affiancare ai medici uno strumento di lavoro a supporto di diagnosi e terapia”. Sulla questione della digitalizzazione della sanità era intervenuto in mattinata anche Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVie Italia, per il quale “l’innovazione digitale è una delle chiavi di volta a sostegno di qualità e costo del servizio sanitario, che può spostare gli equilibri a favore dei cittadini. La tecnologia, l’informatica e la telemedicina sono lo strumento su cui è possibile ridisegnare il servizio sanitario, per renderlo più trasparente e performante: migliorando i servizi per il cittadino, riducendo i costi e gli oneri di gestione. Si stima che una profonda digitalizzazione del sistema sanitario, oltre ai vantaggi pratici per i cittadini, porterebbe risparmi significativi”.

DEL BONO (ABBVIE ITALIA), SMARTPHONE SIANO SUPPORTO A MONITORAGGIO CURE

L’idea del medico 2.0 piace infine anche ad Alessandro Del Bono, a capo di Mediolanum Farmaceutici, che lancia l’idea di una terapia via app: “Lo smartphone è già nelle tasche dei medici e dei pazienti: se saremo in grado di offrire applicazioni che rendano questo dispositivo uno strumento di lavoro per i primi, e un ausilio alla terapia per i secondi, il passo sarà poi breve affinché entrambi lo utilizzino anche per dialogare, monitorare il percorso terapeutico e ottimizzare tutti gli interventi di cura”.

LORENZIN, UNA SANITA’ 2.0 PER BATTERE LA CORRUZIONE

In mattinata era stato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a dire la sua sui benefici della digitalizzazione nel sistema sanitario. “Il digitale è un mezzo che serve non solo per garantire la qualità è la quantità di giuste prestazioni ai cittadini, ma anche per combattere la corruzione”, ha affermato il ministro, invitando lo Stato e le Regioni a fare proprie le proposte per il digital health.  “Le resistenze per una reale informatizzazione della sanità sono spesso di tipo burocratico”, ha aggiunto il ministro. Lorenzin ha infine invitato a non rimandare l’appuntamento con l’innovazione facendosi scudo con “l’alibi della mancanza di risorse: dobbiamo lavorare per ottimizzare quelle che abbiamo”.

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