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Gutgeld e Recchi discutono (renzianamente) del libro di Stefano Feltri

Giuseppe Recchi, Stefano Feltri

Si può discutere a Roma di politica e tecnologia senza parlare di Matteo Renzi? No, non è possibile. Infatti non è avvenuto neppure alla presentazione dell’ultimo libro del vicedirettore del Fatto quotidiano Stefano Feltri (“La politica non serve a niente”, Rizzoli) ieri alla Feltrinelli in galleria Alberto Sordi.

A discutere le tesi del libro dell’ex giornalista del Foglio e del Riformista, c’erano il deputato Pd e consigliere economico del premier, Yoram Gutgeld, e il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, moderati dalla giornalista di La7 Alessandra Sardoni.

La tesi del libro? La tecnologia fa la politica: risolve i problemi di imprese (app che superano i problemi amministrativi) e individui (che con le potenzialità della tecnologia non hanno più bisogno della mediazione della politica, come nel caso dell’Ice Bucket Challenge della scorsa estate).

(TUTTE LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE FIRMATE UMBERTO PIZZI)

GUTGELD NON TROPPO FELTRIANO

Ha iniziato Gutgeld, elogiando anche (ovviamente) il governo Renzi. È partito dal disastro degli anni ’80 passando per il presunto riformismo degli anni ’90 e 2000 finito, invece, in un totale immobilismo. Poi è arrivato a Renzi: “Il contesto esterno non aiuta, ma ce la stiamo facendo, un esempio sono gli 80 euro” (dalla sala si è sentito qualche  sbuffo). “Nonostante il titolo di Feltri rifletta moltissimo gli anni dell’immobilismo, oggi la politica serve tanto”, ha detto l’economista e consigliere di Palazzo Chigi.

(TUTTE LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE FIRMATE UMBERTO PIZZI)

(ANCHE) RECCHI GOVERNATIVO

“Leggendo questo libro ho pensato che avrei voluto scriverlo io”, ha detto il presidente di Telecom, Recchi: “Ormai non ci sono più scelte ideologiche a priori, la politica è relativa non è più interpretata in senso assoluto, chi crea e fa cose migliori va meglio, e la tecnologia ormai è adattata per far sentire al centro anche chi non è protagonista”. E poi: “Anche io mi sento di fare i complimenti al governo, ma non per il modo nuovo e più pragmatico nell’affrontare i problemi, ma perché sta facendo quello che avrebbe un imprenditore o privato”. E ha citato l’esempio dei musei: “Se alcuni direttori sono stranieri chissenefrega. Se sono migliori si meritavano il posto più di altri”. Quindi un esempio: “Per entrare nel board della nazione non hai bisogno di qualifiche, devi essere capace di convincere e basta. L’unica selezione è l’elezione”.

(TUTTE LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE FIRMATE UMBERTO PIZZI)

FELTRI PER FRUSTRAZIONE

Confessione finale di Feltri: “Questo libro l’ho scritto per senso di frustrazione, ma non in senso grillino, la politica non fa tutta schifo anche se alcuni colleghi di Gutgeld si trovano nelle patrie galere e altri sicuramente ci saranno fra poco”. Risate dal pubblico. “Lasciate finire Expo e poi vedrete”, taglia corto il vicedirettore del Fatto Quotidiano.

(UN ESTRATTO DELLE CONCLUSIONI DEL LIBRO DI STEFANO FELTRI)

IL FATTO QUOTIDIANO (E I SUOI GIORNALISTI) VISTI DA UMBERTO PIZZI:

Umberto Pizzi attratto dalle trasparenze di Monica Guerritore alla Festa del Fatto. Tutte le foto

La grillina Roberta Lombardi acclamata alla Festa del Fatto di Travaglio. Foto di Pizzi

Alfio Marchini cerca di sedurre elettori grillini alla festa del Fatto Quotidiano. Foto di Pizzi

Chi c’era alla festa del Fatto Quotidiano. Le foto di Pizzi

Travaglio si rifugia a Castel Sant’Angelo. Le foto di Pizzi

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