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Renzi, De Benedetti e le nuove geometrie dell’Ingegnere

In una lunga e stimolante conversazione con il direttore del Foglio Claudio Cerasa, che è forse riuscito con la sua sagace morbidezza a sedurne la sincerità più dei direttori dei suoi giornali, Carlo De Benedetti, detto anche “l’Ingegnere”, come Gianni Agnelli era “l’Avvocato”, ha incoronato il giovane Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico, come “figlio della modernità”. Degno, quindi, in quanto tale, di tutti gli elogi e incoraggiamenti possibili.

Renzi ne sarà rimasto di sicuro lusingato, sperando che il giudizio dell’editore finisca per convincere anche quei direttori e quegli editorialisti delle testate del gruppo editoriale debenedettiano non ancora persuasi della modernità del capo del governo. A cominciare dal più noto e autorevole: il fondatore della Repubblica Eugenio Scalfari, che scrive abitualmente di Renzi con aria diffidente, se non critica, nei momenti in cui non è tutto preso dalle letture e dalle telefonate di Papa Francesco, talvolta riportate con una certa libertà interpretativa.

Come spesso accade però nelle famiglie, anche in quella fascinosa della modernità vi sono figli e figliastri. Prima che incorressero nella gogna delle loro vicende giudiziarie, anche Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, rispettivamente a sinistra e a destra, sono stati figli della modernità, come pure altri politici di altri partiti della prima e della seconda Repubblica su cui sovente la Repubblica di carta si è accanita con tutto il possibile furore debenedettiano.

Ma l’Ingegnere è stato sempre ostile sia a Craxi che a Berlusconi, pur cercando di fare con il secondo qualche affaruccio in comune, trattenuto all’ultimo momento dai suoi giornali in rivolta perché timorosi di dover mettere in qualche modo a dieta il loro antiberlusconismo, come ad esempio avvenne per il progetto del fondo salva imprese Management & Capitali.

Ora, però, l’Ingegnere elogia sul quotidiano fondato da Giuliano Ferrara quello che Ferrara ritiene essere il vero erede politico di Berlusconi. Paradossi. O nuove geometrie. Da vero Ing.

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