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Rischio professionale, l’ospedalizzazione

Terzo articolo di una serie di approfondimenti sul rischio professionale (il primo è possibile leggerlo qui e il secondo qui)

Le principali cause di ospedalizzazione ordinaria sono costituite da: parto, patologie cardiovascolari, patologie respiratorie, interventi ortopedici maggiori.  Nel regime diurno, l’attività prevalente è di tipo chemioterapico. Infine, secondo il Ministero, nel 2014 si sono ridotti gli errori “manuali” nella compilazione delle SDO (schede di dimissione ospedaliera): trattasi non di errori clinici ma di errori legati alla non corretta attribuzione delle 45 variabili numeriche delle SDO. Quantificando, solo lo 0,8% delle SDO conterrebbe errori “numerici”.

Da un lato, un’attività imponente: 9,6 milioni di ricoveri, 16.680.000 richieste di interventi diagnostici, visite specialistiche in crescita (+ 19% versus 2005). Un totale di circa 600  milioni di prestazioni ambulatoriali, in Italia, nell’anno 2014 (500 milioni  nel 2012).

Dall’altro lato, 30.412 denunce, nell’anno 2014. Di queste, 12.036 (39,57%) imputate ai medici e 18.376 (= 60,43%) imputate alle strutture sanitarie. Ossia legate soprattutto ad errori organizzativi: farmaci diversi o scaduti, interventi su lati/parti sbagliate, procedure innovative.

Il numero dei sinistri denunciati ci è stato fornito dall’Ania, che ci ha tenuto a precisare che: a) trattasi di una stima estrapolata da un campione pari al 41% di imprese del ramo e b) che il numero delle denunce annuali è in costante riduzione dal 2009 (-10,65%, rispetto al  valore di 34.035 sinistri /2009, di cui 17.746 strutturali e 12.559 medici).

Ulteriore informazione (Ania, 2015): il costo medio dei sinistri 2009-2013 (escluse le spese di liquidazione dirette ed indirette) si aggira sui 45.400 euro (ma 38.640 nel 2013).

(3/continua)

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