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Inps, così i pensionati accusano Boeri sulle trattenute sindacali

Si infittisce il mistero intorno alle cosiddette trattenute sindacali, le ritenute applicate sulle pensioni degli iscritti alle rappresentanze dei lavoratori la cui riscossione spetta all’Inps, che poi le gira ai sindacati stessi. Ieri Formiche.net ha dato conto delle intenzioni dell’Istituto guidato da Tito Boeri di rivedere gli importi delle trattenute applicando uno sistema a scaglioni. Per alcune rappresentanze della dirigenza pubblica (Confedir su tutte) si tratta di una vera e propria stangata, con un aumento del prelievo sugli assegni pensionistici. Per l’Inps invece il passaggio da un regime fisso a uno variabile non comporta alcun guadagno aggiuntivo. Al netto del botta tra pensionati e Istituto, il nocciolo della questione è anche un altro. E cioè se davvero alla base della nuova convenzione, ci sia stata o meno una qualche discussione e confronto a tavolino tra sindacati e Istituto, senza quindi alcuna forzatura da parte di quest’ultimo. Ecco la ricostruzione di Formiche.net.

IL PRESUNTO AUT AUT DELL’INPS

Una fonte vicina ai sindacati dei dirigenti scolastici ha raccontato a Formiche.net alcuni retroscena circa la sigla della convenzione sulle ritenute tra Istituto e sindacati. Ebbene l’Istituto avrebbe sottoposto il testo con il nuovo regime degli importi (dello 0,5% fino al minimo Inps, dello 0,4% fino a due volte il minimo Inps e dello 0,3% per la parte eccedente) ai sindacati, alcuni dei quali però si sarebbero accorti di alcune anomalie, chiedendo delucidazione ad alcuni dirigenti dell’Istituto, chiedendo “a che titolo l’ente determinasse l’ammontare della quota associativa, quando dovrebbe solo prendere atto di quella stabilita da ogni organizzazione sindacale”, racconta una fonte. Precisando che, per tutta risposta, l’Istituto avrebbe posto alle organizzazioni una sorta di “prendere o lasciare”, motivando l’aut aut con la mancanza di tempo per qualsivoglia modifica allo schema delle ritenute. L’ente previdenziale avrebbe addirittura paventato l’ipotesi che, in caso di mancata firma della nuova convenzione, “anche  quelle non in scadenza sarebbero decadute con conseguente mancata ritenuta sindacale”. Un atteggiamento verso i pensionati che ambienti vicini alle organizzazioni sindacali scolastiche hanno definito “poco corretto”.

IL GIALLO DELLA DELEGA UNICA

C’è però un’altra questione che sembra aver infastidito non poco alcune sigle. Secondo un’altra fonte interpellata da Formiche.net, in sede di rinnovo della convezione l’Inps ha deciso che ciascun pensionato poteva rilasciare solo una delega, vale a dire il pezzo di carta con cui il pensionato autorizza l’Istituto a trattenere la ritenuta sugli assegni e su cui è indicato il sindacato di appartenenza. Secondo ambienti della dirigenza scolastica, si tratta di una “limitazione della libertà“, in quanto trattasi di un’imposizione, piuttosto che di una facoltà. In più, tale meccanismo della delega unica, sarebbe lesivo della rappresentatività sindacale. Può capitare, infatti, che il medesimo pensionato sia contemporaneamente iscritto a più e diversi sindacati: le cosiddette deleghe doppie o triple. Rilasciare un’unica delega equivarrebbe quindi a falsare i dati sulla rappresentanza che l’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale nelle Pubbliche amministrazioni, calcola ogni anno. L’Inps, da parte sua, continua a difendersi, respingendo le accuse di forzature e di introiti extra. Ma sarà così?

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