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Numeri e fatiche del cinema di animazione in Italia

Dieci film di produzione italiana in cinque anni ed entrate pari al 3% degli incassi cinematografici totali. Sono i numeri del mercato dell’audiovisivo e di animazione italiano al centro di un dibattito domani alla Camera dei deputati.

“L’animazione italiana cambia marcia. Il futuro del cinema e dell’audiovisivo di animazione” è il titolo dell’appuntamento organizzato da Asseprim-Confcommercio e Cartoon Lombardia. Al centro dell’attenzione ci sarà il ruolo educativo e di intrattenimento, il rapporto con le istituzioni, lo scenario economico e l’evoluzione del comparto.

Ecco nel dettaglio numeri, sfide e questioni aperte del mercato cinematografico e di animazione italiani secondo lo studio che sarà presentato domani e in cui, tra l’altro, si mette a confronto il nostro Paese con le maggiori realtà internazionali.

I NUMERI DEL MERCATO CINEMATOGRAFICO

La produzione italiana di film di animazione negli ultimi 5 anni è stata in totale di 10 film. Nel corso del 2014 in Italia gli incassi cinematografici (GBO) sono stati pari a 72,4 milioni di euro con quasi 12 milioni di spettatori (pari al 13% del totale incassi). Nelle casse delle produzioni locali (ad esempio Winx, Gladiatori di Roma, Cuccioli, Pinocchio, ecc.) è finito però il 3% del GBO.

L’ANIMAZIONE IN TV

Ecco invece lo scenario nel mercato televisivo: In Italia ci sono 23 canali di cui 2 pubblici e 21 privati che trasmettono Serie Animate. Secondo gli ultimi dati disponibili (Focus on Animation – European Audiovisual Observatory 2015) riportati da Asseprim-Confcommercio e Cartoon Lombardia e relativi al periodo 2009-2013, risulta che le ore di trasmissione sulle tv nazionali generaliste si sono pressoché dimezzate, passando da quasi 2.500 ore di trasmissione all’anno a 1.400 ore. Su queste reti solo il 9,3% è prodotto d’animazione italiano, mentre l’81% è di produzione extraeuropea (Giappone, America, Russia).

I TARGET LIMATI

Lo studio di Asseprim-Confcommercio e Cartoon Lombardia evidenzia inoltre che a partire dal 2014 tutte le reti nazionali dei canali generalisti hanno eliminato dai loro palinsesti la programmazione di animazione sul target 4-14 anni.
Su questo target nell’intera offerta televisiva per bambini (generaliste + tematiche) ci sono circa 41.000 ore di trasmissione all’anno. La produzione nazionale italiana su questi canali copre solo l’11% pari a 4.400 ore circa. Sui canali tematici RAI (Gulp e YoYo), su un totale di 11.000 ore di trasmissione all’anno, la produzione italiana rappresenta il 27.5%.

LE AZIENDE ITALIANE: PUNTI DI DEBOLEZZA

“Le ragioni di debolezza in questa categoria sono varie e riconducibili storicamente a cause culturali e cause economiche. Produttori e distributori spesso sfidano frontalmente i kolossal delle multinazionali quando probabilmente il prodotto locale necessiterebbe di una strategia di lancio e distributiva più ragionata”, si legge nel report.
Gran parte delle 25 aziende italiane produttrici di animazione inoltre non sarebbero integrate verticalmente: “In molti casi acquistano da terzi i servizi a monte e a valle della produzione, quali sceneggiatura, distribuzione, licensing; altre volte entrano in coproduzione con aziende o gruppi che possono svolgere tali funzioni”, è scritto nella ricerca.
Tra gli altri punti di debolezza vengono indicate le strutture finanziarie non adeguate, il fatto che queste aziende operino – quasi tutte – sul mercato televisivo (pochi film a lungometraggio prodotti), il limite dimensionale del mercato italiano, la mancanza di incentivi pubblici e di adeguate strutture per distribuzione estera, insufficienti sbocchi professionali in Italia.

PUNTI DI FORZA

Tra i punti di forza delle aziende italiane lo studio evidenzia la creatività e una buona formazione, professionalità, flessibilità delle maestranze e buona qualità delle strutture tecniche.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

Il comparto dell’animazione nel suo complesso ha un valore stimato a fine 2014 che supera i 200 miliardi di dollari a livello mondiale. I maggiori mercati sono gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, la Cina, la Francia, il Regno Unito e la Germania. Un mercato con tassi di crescita del 5% annuo, non solo nell’area nordamericana ed europea, ma anche nei Paesi emergenti (in particolare nell’Estremo Oriente).

LA MAPPA INTERNAZIONALE DEGLI INCENTIVI

In Europa benefici fiscali in favore delle produzioni cinematografiche e televisive sono molto utilizzati in Francia, Belgio, Germania, UK, Irlanda, Spagna. Lo studio dimostra inoltre che fra i Paesi europei quelli che con le forme di incentivazione alla produzione in generale o specifica per l’Animazione (l’Irlanda e, in particolare, la Francia), “si distinguono perché forti generatori di ricchezza”. La Francia ha ad esempio a sua disposizione tre fondamentali forme di finanziamento ed incentivo alla produzione cinematografica e televisiva: “Sostegno alle reti televisive, sistemi di incentivo fiscale (credito di imposta e Sofica -Società di Finanziamento Pubbliche o Private-), fondi regionali e del CNC (Centro Nazionale di Cinematografia)”.

Fuori dalla UE – si legge ancora nello studio di Asseprim-Confcommercio e Cartoon Lombardia – beneficiano di incentivi alla produzione in particolare il Canada, l’Australia e la Corea del Sud.

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