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Bad bank: il pressing di Visco, il ruolo di Padoan e i borbottii di Bruxelles

“Non mi risulta ma direi che la cosa è molto plausibile, purtroppo. Siamo di fatto commissariati dall’Europa”.

E’ quanto dice, sconsolato, un banchiere che chiede l’anonimato dopo l’indiscrezione pubblicata ieri da Formiche.net sul niet che sta covando la Commissione europea sul progetto di una bad bank italiana. Un progetto che punta ad alleviare il peso per le banche della zavorra di crediti in sofferenza.

Un’operazione che, secondo la ricostruzione di Formiche.net, è stata particolarmente caldeggiata dalla Banca d’Italia (sono stati innumerevoli gli interventi pubblici in questo senso del governatore Ignazio Visco).

Fonti bancarie milanesi fanno anche notare che sulla vicenda c’è stato il silenzio da parte della Bce: segno, si aggiunge, di una sorta di implicito via libera da parte del presidente Mario Draghi che quindi sta assecondando l’operato di Palazzo Koch.

A seguire e a delineare i contorni del progetto c’è in prima fila ovviamente il Tesoro. Ma – come si mormora in ambienti bancari, visti gli spifferi negativi che arrivano al momento da Bruxelles – evidentemente finora i vertici del dicastero dell’Economia retto da Piercarlo Padoan non sono riusciti a convincere della bontà e della correttezza – anche rispetto alle norme europee – del veicolo finanziario architettato.

Il progetto delineato fra Tesoro e Bankitalia prevede un veicolo che si finanzia sul mercato per comprare gli attivi deteriorati con proventi di bond i quali sarebbero garantiti dallo Stato in caso di perdita.

Ma la Commissione europea, negli ultimi giorni, avrebbe mandato messaggi negativi sul progetto, come scritto ieri da Formiche.net: Bruxelles sente puzza di aiuti di Stato e nicchia, rispedendo al mittente anche l’esempio spagnolo indicato dall’Italia.

La Commissione Ue borbotta in particolare su quelle garanzie pubbliche (di certo non le prime né in Italia né in altri Stati europei nel settore bancario) oltre che sul valore di mercato (dubbio, secondo i signori di Bruxelles) dei crediti in sofferenza delle banche che sarebbero acquistati dal veicolo architettato dall’Italia.

L’idea della Commissione, in sostanza, secondo quanto ricostruito da Formiche.net, è che nel momento in cui viene istituita una bad bank che darà vantaggi ad alcuni istituti di credito bisogna imporre la condizione della ristrutturazione perché si stanno utilizzando i soldi dei contribuenti. Una ristrutturazione – secondo l’impostazione di Bruxelles – a carico delle banche e non del veicolo esterno alle banche che venderanno i Non performing loan (Npl).

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