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Ecco tutte le opportunità dell’Italia in Azerbaijan. Parla Luongo (Ice)

L’Italia chiama, l’Azerbaijan risponde. E viceversa. Con un interscambio che si avvicina sempre di più a 6 miliardi di euro l’anno, i governi di Roma e Baku, oggi alla Farnesina per il Business Forum italo-azero (a cui hanno partecipato 106 imprese italiane e 50 imprese azerbaigiane), si sono dati un imperativo: diversificare i rispettivi business ma cercando anche convergenze strategiche. Tutto è cominciato ieri, con la visita ufficiale in Italia del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, inaugurata con la firma di importanti accordi industriali tra le nostre aziende (Snam, Cdp e Sace-Simest su tutte) e i grandi campioni pubblici azeri.

LA FRONTIERA AZERA

Oggi, invece, alla Farnesina è stato siglato un nuovo accordo di Partenariato strategico tra i due Paesi, grazie al quale hanno preso corpo tanti memorandum firmati tra le aziende e le istituzioni di Italia e Azerbaijan. Non c’è solo il petrolio al centro degli accordi (Baku è da tempo il nostro primo fornitore di greggio, oltre che di gas, grazie all’imminente entrata in funzione del Tap). La diversificazione sta tutta negli investimenti delle aziende azere e viceversa in molti altri settori tra i quali l’agricoltura, il tessile, il vitivinicolo, i trasporti, le infrastrutture e il turismo. Settori in cui l’Italia può fornire know-how e partnership di rilievo con oltre 3.000 aziende già attive e commesse vinte dalle aziende italiane negli ultimi anni per 10 miliardi di euro.

BAKU CONNECTION

In apertura del forum alla Farnesina il padrone di casa, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dato la cifra della grande importanza dell’Azeirbaijan per il nostro Paese. “Sono convinto ci siano tutte le condizioni per aumentare le collaborazioni industriali ed economiche tra Italia e Azerbaigian, le opportunità non mancano. Conto che questo Business Forum sia un momento qualificante di reciproca conoscenza delle realtà imprenditoriali dei due Paesi, sono certo che avremo dato un importante contributo alla crescita delle relazioni tra i nostri paesi. L’Italia  è un ponte nel Mediterraneo, tra l’Europa, l’Africa e l’Asia, l’Azerbaijian è un ponte strategico tra l’Europa e l’Asia. Sono due Paesi antichi che si son incontrati tante volte nei secoli lasciando tracce che risalgono a Marco Polo. Due Paesi amici con scambi basati sul dialogo”.

LA SPINTA DELL’ICE

Un ruolo di primo piano non poteva che averlo l’Ice, l’Agenzia italiana per il commercio estero. L’omonima azera, AzPromo, attraverso le parole del suo presidente Yusif Abdullayev ha ricordato i programmi messi a disposizione per le aziende straniere che intendono investire in Azerbaigian e le aree in cui sono previsti incentivi ed esenzioni fiscali. E proprio con AzPromo ha firmato un Memorandum di intesa Ice. Formiche.net ha sentito per l’occasione Roberto Luongo, che dell’Ice è il direttore generale. “Se parliamo di Azerbaijan possiamo tranquillamente dire che abbiamo una prateria per le nostre aziende davanti a noi. Sì, al momento l’Italia è per ora solo l’ottavo Paese fornitore, l’export è limitato a circa 300 milioni di euro mentre loro sono i nostri primi importatori di petrolio”, spiega Luongo. “Ma le prospettive sono assolutamente positive”.

NON SOLO ENERGIA

“Tanto per cominciare a breve il Tap entrerà in funzione e dunque all’import di petrolio si aggiungerà il gas. E questo confermerà ulteriormente il fatto che l’Italia è per l’Azerbaijan il primo mercato di sbocco per i loro idrocarburi. Ma le nostre opportunità in loco spaziano su tantissimi fronti. A cominciare dal settore agroindustriale, dove siamo un’eccellenza in tutto il mondo, anche grazie alle migliori macchine per l’agricoltura. Poi c’è il settore dell’ortofrutta, Paese in cui l’Italia non ha eguali”, chiarisce Luongo. “E poi la carne, l’imballaggio e il confezionamento, e il tessile, dove abbiamo sviluppato eccellenze che loro vogliono e ci chiedono costantemente”. Non è finita.

Secondo il numero due dell’Ice, “anche il Fintech è una frontiera, così come lo sono le infrastrutture. Abbiamo i migliori ingegneri e campioni come Ferrovie, Snam e Maire Tecnimont. Insomma, l’Italia ha grandi spazi di manovra nell’economia azera. C’è persino posto per il nostro aerospazio, con una tecnologia made in Italy che ha pochi competitor al mondo. E poi non dobbiamo dimenticarci che l’Azeribaijan oggi è un Paese stabile dal punto di vista politico, e questo per investire è essenziale”.

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