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Tutti i grugni di D’Alema anti Renzi. Foto archivio Pizzi

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Massimo d'alema
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Massimo D’Alema torna a parlare di Renzi, del suo governo e del Partito Democratico e lo fa dalle pagine del Corriere della Sera.

Rappresentare questi vent’anni come una lunga rissa in cui a un certo punto appare Renzi è una sciocchezza pubblicitaria” spiega D’Alema al giornalista Aldo Cazzullo. “Al contrario – continua –, Renzi dovrebbe riconoscere quel che ha avuto in eredità. Tra gli elementi che contribuiscono alla crescita del Pil c’è l’Expo, che Renzi ha ereditato dal governo Prodi, senza avere il buon gusto di dire almeno grazie. Mi ha colpito l’atteggiamento sgradevole nei confronti del suo predecessore. Enrico Letta ha messo in sicurezza il Paese. E Renzi ne parla in modo inutilmente sprezzante“.

Una lunga serie di stilettate sui consensi del Pd, “nei sondaggi siamo precipitati dal 41% al 32“, “Il Pd sta abbandonando molti valori della sinistra, ma non i metodi dello stalinismo“. E poi sulla legge elettorale, “Se si sceglie una legge elettorale che sacrifica la rappresentanza alla governabilità, allora bisogna riequilibrare il sistema con garanzie, contrappesi, tutela dei diritti fondamentali dei cittadini: a cominciare dall’elezione diretta dei senatori“, ma anche sulla riforma fiscale, “Un conto è tagliare le tasse sul lavoro e sulle imprese; un altro è tagliare le tasse sulla casa ai benestanti. Quello fu uno dei terreni di sfida tra Prodi e Berlusconi. Renzi ha scelto la posizione di Berlusconi“.

In attesa della risposta, se arriverà, di Matteo Renzi, ecco Massimo D’Alema visto da Umberto Pizzi, nelle foto di archivio.

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