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Chi vuole frenare la corsa di Bernanke

Oggi la Fed chiude la due giorni di incontri del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve. La banca centrale Usa si appresta a confermare il programma di acquisto di bond da 85 miliardi di dollari al mese, nonostante il miglioramento dell’economia statunitense. Ma i membri del Fomc continuano a discutere dei rischi inflattivi del Quantitative Easing sebbene lo stesso governatore Ben Bernanke abbia detto che i benefici sono superiori ai rischi in questa fase.

Il miglioramento dell’economia in Usa

Il Fomc diramerà probabilmente stime più ottimistiche sull’andamento dell’economia Usa, ma i falchi della Fed guardano agli effetti indesiderati della politica espansiva decisa da Bernanke, come la creazione di bolle speculative e il fardello di un debito sempre più pesante sulle spalle del presidente Barack Obama che si ritrova con le mani legate dai tagli imposti dal Sequester e dalla guerra al Congresso contro i repubblicani che non vogliono aumenti delle tasse.

Il piano della Fed

Per gli esperti la Fed andrà avanti con una politica monetaria accomodante e proseguirà il programma di acquisto di bond da 85 miliardi di dollari, volto a tenere bassi i tassi di interesse di lungo termine, oggi compresi tra lo 0 e lo 0,25%, con l’impegno a continuare finché il mercato del lavoro americano non farà significativi progressi e il tasso di disoccupazione non calerà al di sotto del 6,5% (attualmente è al 7,8%). Secondo le stime degli economisti sentiti da Bloomberg, entro il primo trimestre 2014, quando il programma dovrebbe essere concluso, saranno acquistati bond per complessivi 1.140 miliardi di dollari, considerando che si vada avanti con il piano attuale che prevede l’acquisto di 40 miliardi di dollari di titoli legati a mutui al mese e 45 miliardi di titoli di stato americani.

Gli effetti dei tassi negativi

Gli economisti, riporta Business Insider, temono che esperimenti sui tassi d’interesse negativi portino alla formazione di bolle finanziarie. Stavolta, spiegano, la situazione è diversa da quella del passato, quando i bassi tassi coincidevano con condizioni creditizie migliori.

La spiegazione di Stein

Secondo Jeremy Stein, membro del board della Fed, “un periodo prolungato di bassi interessi, come quello che stiamo sperimentando ora, può incentivare gli operatori di mercato ad assumere rischi di più lungo periodo, o ad indebitarsi di più, nello sforzo di aumentare i guadagni”. L’esempio di Stein? Un’assicurazione che ha offerto tassi minimi su alcuni suoi prodotti potrebbe essere minacciata dagli scarsi guadagni e sentirsi costretta ad addossarsi ulteriori rischi. Una logica simile si applica alle banche i cui interessi sono sotto pressione perché i bassi tassi erodono i guadagni sui suoi depositi. Inoltre, prosegue Stein, questi fattori possono cumulare i loro effetti, e ogni periodo di tassi azzerati o addirittura negativi decisi dalla Fed ha generato bolle speculative in qualche settore. “Che tendono a non riassorbirsi”, sottolinea.

Più crescita vs maggiore volatilità

La strategia della Fed è stata quella di alimentare con le sue immissioni cicli di ripresa negli ultimi 25 anni che tendono a centrare obiettivi nominali di ricchezza con il presupposto che questi sostengano a loro volta realmente prosperità. Il che è vero, ma, osservano gli anti-Bernanke, da pagare resta il costo della volatilità dell’economia americana.

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