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Dopo il flop Marini, Bersani si dimetta. La fronda nel Pd

Il flop di Franco Marini alla prima votazione per il Quirinale ne segna di fatto un altro: quello di Pier Luigi Bersani. La “bella sorpresa” annunciata ieri all’assemblea del partito al teatro Capranica alla fine è stata cortesemente rispedita al mittente. I 521 voti raccolti da Marini sono lontanissimi dal quorum richiesto e sanciscono il netto insuccesso dell’accordo con Pdl e Scelta civica.

Sul nome di Marini, come ha detto a Formiche.net l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito, il Pd è esploso. E ora sarà difficile ricomporlo in tempo per la quarta votazione, quella a partire dalla quale basterà la maggioranza semplice per eleggere il capo dello Stato. Si parla di un possibile nuovo summit questa sera dei grandi elettori deI Pd e da lì potrebbe emergere la linea opposta, quella grillina: il Pd potrebbe scegliere di votare il candidato a 5 stelle Stefano Rodotà e infatti il Pdl, intuendo la mossa, si è affrettato a dire tramite Angelino Alfano che va cercata da parte di tutti la “soluzione più idonea”.

Di fatto la linea scelta dal segretario del Pd è stata sconfessata dal voto e sono in molti a chiedersi se non sia venuto il momento per lui di prenderne atto e lasciare la guida del partito.

Dimissioni che sono state chieste senza tanti giri di parole dal sindaco di Bari Michele Emiliano su Twitter: “Ho chiesto a Bersani e a tutta la segreteria di dimettersi e lasciare ai gruppi parlamentari Pd il compito di sintonizzarsi con il popolo italiano”. Stesso invito rivolto al segretario dal deluso Gad Lerner sul suo sito.

Anche il renziano Paolo Gentiloni ammette al Tg di La7 che “la sconfitta politica di Bersani è evidente”. E intanto Matteo Renzi è già in viaggio per Roma.

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