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Azevedo al Wto, un protezionista al posto del francese Lamy

A spuntarla, alla guida del Wto, è stato il brasiliano Roberto Azevedo. Lo scontro, politico-diplomatico, era con il messicano Herminio Blanco. E i rappresentanti dei due Paesi in corsa per la direzione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio rappresentavano schieramenti globali e teorici contrapposti. Almeno due. Il primo è quello tra Occidente e Paesi in via di sviluppo, e in via di rafforzamento anche nelle relazioni internazionali. Il secondo, quello tra le due scuole economiche: il liberismo e il protezionismo. Un confronto dalle implicazioni economiche travolgenti, un’ondata che si aggiunge a quella della crisi economica globale.

Chi è il brasiliano Roberto Azevedo

Ma chi è il nuovo direttore dell’organizzazione con sede a Ginevra? Secondo Reuters, il candidato alla guida dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto – World Trade Organization) è la quintessenza della diplomazia brasiliana: un abile interlocutore, competente e con il gran talento di riuscire a convincere i suoi avversari della fondatezza delle sue teorie. Con una carriera da diplomatico e un’esperienza ventennale nell’ambito del commercio internazionale, Azevedo dovrà approfittare più che mai delle sue qualità per avvicinare i Paesi sviluppati e non se vuole rilanciare le negoziazioni internazionali in stallo e dare nuova vita alla Organizzazione con sede a Ginevra. Il compito è di quelli davvero difficili. Con l’economia globale ancora in balia della crisi, il protezionismo si sta rafforzando sempre più e la fiducia nel libero scambio, e nello stesso Wto, sta crollando in molti Paesi.

L’economia brasiliana, la più chiusa d’America

Azevedo ha costruito la sua carriera sostenendo le ragioni di un Paese con performance non eccezionali nell’ambito degli scambi internazionali. Il Brasile, secondo il Fondo monetario internazionale, è l’economia più chiusa d’America e ha giocato un ruolo chiave nel dirottamento delle trattative degli ultimi decenni così da creare una zona di libero commercio, in sostanza, in un solo emisfero. Ma Azevedo insiste sul fatto che le politiche brasiliane, così criticate, non influenzeranno le sue azioni come direttore generale del Wto, dopo il francese Pascal Lamy. “Come dg del Wto, non rappresenterei di certo gli interessi di Brasilia”, aveva spiegato a Reuters.

I contrasti tra Brasile e Usa/Ue

Ma la posizione brasiliana nelle negoziazioni commerciali mondiali, additata come ostruzionista, si è scontrata spesso con quella di Stati Uniti e Unione europea. Una linea che invece ha conquistato l’appoggio dei Paesi in via di sviluppo, dove la candidatura di Azevedo al Wto ha goduto di un ampio appoggio.

Il vantaggio dell’Azevedo insider del Wto

Azevedo, 55 anni, è un considerato un uomo del Wto, sin dalla sua creazione nel 1995, anche per la sua insistenza sull’importanza dei trattati multilaterali. “Credo che i membri e i negoziatori siano più pronti ad accettare come guida un personaggio reputato familiare, di cui possano fidarsi”, ha twittato. D’altra parte, dall’occasione persa del Doha Round nel 2008, il multilateralismo ha ceduto il passo ad accordi sempre più bilaterali e a patti regionali, come quello delle 12 nazioni che stanno trattando ora la Trans Pacific Partnership.

Il messicano Herminio Blanco

Nella corsa alla direzione del Wto, l’avversario di Azevedo era il messicano Herminio Blanco, che ha avuto un ruolo molto importante nelle negoziazioni Nafta (North American Free Trade) tra Usa, Canada e Messico. Forse anche per questo motivo, i Paesi in via di sviluppo hanno visto l’economista troppo vicino agli interessi del mondo occidentale. Blanco avrebbe appoggiato gli Usa, il cui piano per un’area di libero scambio americana è stato affossato proprio dal Brasile.

Più possibilità di ricorso per i Brics

Azevedo si è impegnato a rendere il sistema di dispute del Wto più accessibile per i Paesi in via di sviluppo, permettendo loro di ricorrere contro le nazioni industrializzate. D’altra parte gli esperti spiegano che la scelta del nuovo direttore dell’organizzazione di Ginevra da parte delle economie in via di sviluppo potrebbe incoraggiarle ad aprirsi maggiormente al commercio internazionale.

Il giudizio della City e il ruolo europeo

Secondo il Financial Times, la nomina di Azevedo equivale ad una una conclusione precisa da parte dei membri del Wto: un insider rispettato può avere un’influenza maggiore nelle negoziazioni multilaterali. La partita del commercio internazionale di certo è infuocata. E l’Europa, se anche nelle migliori delle ipotesi riuscisse a fare per una volta gioco di squadra, potrebbe rivelarsi un continente troppo vecchio per resistere, già debilitata, all’attacco economico-diplomatico del resto del mondo.

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