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Berlusconi e Monti insieme alle Europee? Mai. Parla il montiano Della Vedova

“Lavoriamo perché alle elezioni europee la specificità di un movimento riformatore ed europeo si presenti agli elettori. Per eventuali alleanze politiche future si partirà da lì”. Parla il nuovo portavoce di Scelta civica, il senatore Benedetto Della Vedova, che in una conversazione con Formiche.net affronta i nodi dell’area montiana, tra risultati elettorali e prospettive. E assicura: “L’idea di entrare in lista con il Pdl di Berlusconi non esiste”.

Scelta civica si rifà il look con un nuovo organigramma: quali gli obiettivi di questa seconda fase del partito?

L’obiettivo è uscire dalla fase post elettorale, difficile per via della permanenza di Monti a Palazzo Chigi oltre che per un risultato complessivo in cui l’exploit di Grillo ha finito per rendere meno evidenti i clamorosi fallimenti di Pd e Pdl, in termini di voti assoluti persi. E specularmente ha reso meno di impatto l’area montiana, che partiva da zero e che ha raggiunto il 10%. Anche se, per una serie di ragioni, è apparso più negativo di quanto non sia stato.

Quindi nell’immediato quale sarà il prossimo step?
Consolidarci nei prossimi mesi rendendo esplicita una proposta politica specifica, rendendola più visibile e appetibile di quanto sia stata dopo il voto per quella fetta di opinione pubblica italiana che ritiene necessario mettersi su un cammino vero di riforme. Anziché piangersi addosso o rincorrere la propaganda, come Imu o salario di cittadinanza.

Questa mattina a Omnibus lo stesso Monti ha annunciato che Sc presenterà un documento “per incalzare il governo nel fare poche cose impegnative”: non vi convince come procede il premier?
Enrico Letta ci convince. Ciò che ci impegniamo a scongiurare, a costo di diventare meno accomodanti, è impedire che l’esecutivo finisca per avere come unico obiettivo quello di durare. Non ci interessa che i grandi gruppi si mettano assieme per farsi favori reciprocamente, l’Imu a uno e i lavori socialmente utili all’altro. Ma convivere per realizzare obiettivi che, da soli, non avrebbero mai la forza di raggiungere.

In questo aspetto, dunque, imparare dai tedeschi?
Non dimentichiamo che il successo della Germania, che a tanti fa invidia, non è giunto per grazia ricevuta. Ma perché la grande coalizione ha dato un impulso decisivo a una trasformazione, anche radicale, del paese e delle sue relazioni industriali. Penso alle rimodulazioni del welfare che qui chiameremmo tagli. Quando Alfano dice che questa maggioranza non può intervenire né sullo ius soli né sulle intercettazioni, vorrei ricordargli che, al di là dei due temi specifici, proprio perché c’è la grande coalizione si potrebbero affrontare entrambi.

Un invito al governo ad accelerare?
Affrontiamo con lo spirito della mediazione i nodi strutturali da tempo elusi e anche i temi non contingentii che però investono il futuro del Paese. E mettendoci insieme non con lo spirito della campagna elettorale permanente. Questo è il senso di una grande coalizione, altrimenti rischia di apparire solo una grande confusione di ruoli e responsabilità.

Contrariamente cosa accadrebbe?
Il rischio di tornare al consociativismo che è stato il male dell’Italia. E Letta lo ha ben chiaro in mente. Per questo vorrei ricordare che la grande coalizione che ha sostenuto il governo Monti lontano dalle elezioni, ha funzionato come tale, almeno all’inizio e con risultati positivi per l’Italia.

Giorni fa da queste colonne Rocco Buttiglione ha lanciato una proposta per le europee del 2014: Sc e Pdl insieme e sotto un nuovo simbolo. É fattibile?
Dimostrare che per un pezzo di elettorato non marginale serve un movimento riformatore, europeista in modo non banale e non superficiale. Che abbia una visione dell’Italia in ambito continentale: l’Italia nel futuro dell’Europa e l’Europa nel futuro del mondo. Per cui noi lavoreremo perché alle elezioni europee questa specificità si presenti agli elettori. Per eventuali alleanze politiche future si partirà da lì. L’idea di entrare in lista con il Pdl di Berlusconi non esiste. La proposta di Sc sarà tanto più vincente quanto più non sarà e non apparirà il tentativo di consolidare quello che c’è.

Più attenzione alle altre aree riformatrici?

Occorre aprirne il nucleo fondativo, come ha detto Monti pochi giorni fa, a un processo federatore di movimenti e associazioni in grado di condividere questo percorso e che non si ritrovano nelle coalizioni di destra e sinistra. Le elezioni europee saranno il vero test per capire se avremo convinto gli elettori che ci hanno dato fiducia ed altri ancora della necessità e dell’utilità del nostro movimento. Il tema della famiglia politica europea di appartenenza viene dopo quello del radicamento del nuovo soggetto nella politica italiana.

Il nodo allora è Berlusconi?
No. Il Pdl è il partito di Berlusconi. Noi stiamo costruendo qualcosa di distinto da Pd e Pdl.

Secondo alcune indiscrezioni il Pdl avrebbe già in mano un accordo con Monti: sarà questa l’inedita alleanza per sfidare Grillo?
Monti ha risposto in modo abbastanza netto: non è vero; punto.

Il sondaggio di SWG sorride solo al Pdl (+0,7%), Scelta civica è data in calo al 5%…
Sc ha un obiettivo obbligato: costruire elettoralmente in uno spazio dove mai nessuno ha costruito. Quello dell’innovazione e del pragmatismo contrapposti agli scontri ideologici e delle riforme. Una sfida difficile perchè nuova ma non impossibile da vincere, sondaggi futuri compresi.

twitter@FDepalo

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