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Saccomanni e Vegas isolano le società di rating su consiglio di Draghi

Mario Draghi, Fabrizio Saccomanni e la Consob di Giuseppe Vegas. La guerra comune dei signori dell’economia italiana, e non solo, è alle agenzie di rating. Il primo affondo alla loro credibilità era arrivato nel 2011 dal numero uno della Bce, prima che, ad inizio 2013, il presidente americano Barack Obama chiedesse un risarcimento di 5 miliardi di dollari per la scorretta valutazione dei subprime fornita dalle agenzie di rating.

Niente armi in mano oggi in Italia, dopo il downgrade italiano a BBB deciso da Standard & Poor’s ad inizio luglio. Ma un invito serio a non affidarsi troppo a giudizi che spesso si fondano su dati attempati e non riflettono l’effettivo stato di salute economico-finanziario di un Paese.

Le Comunicazioni di Bankitalia, Consob, Ivass e Covip

“Ridurre l’eccessivo affidamento (over-reliance) sui giudizi espressi dalle agenzie di rating”.
Questo, in sintesi, lo scopo del contenuto delle Comunicazioni emanate da Banca d`Italia, Consob, Ivass e Covip, per i profili di rispettiva competenza, in materia di “corretto funzionamento del sistema di gestione dei rischi, di doveri di correttezza e trasparenza dei fondi comuni d’investimento e dei fondi pensione e di obblighi di adeguatezza delle procedure di valutazione degli investimenti delle imprese di assicurazione”.

Le valutazioni delle assicurazioni

In analogia con quanto già fatto per le banche, le Comunicazioni richiamano l’attenzione sugli obblighi, da parte dei gestori collettivi e dei fondi pensione, di “valutare correttamente il merito di credito delle attività di investimento e di operare con diligenza, correttezza, trasparenza nell’interesse degli investitori, degli iscritti ai fondi pensione e dell`integrità dei mercati” e, da parte delle imprese di assicurazione, di “realizzare una gestione finanziaria indipendente, sana e prudente e di adottare misure idonee a salvaguardare i diritti dei contraenti e degli assicurati”.

I processi interni di valutazione

I destinatari delle Comunicazioni dovranno tra l’altro “adottare adeguati processi interni di valutazione del merito di credito, che consentano loro di non affidarsi in modo esclusivo o meccanico ai giudizi emessi dalle agenzie di rating”. Le autorità verificheranno il rispetto degli obblighi e controlleranno l’adeguatezza dei processi interni di valutazione del merito di credito e del sistema di gestione dei rischi nel suo complesso.

Le critiche di Draghi e Saccomanni

Indicazioni analoghe a quelle rivolte a fondi e compagnie erano già state fornite da Bankitalia alle banche il 2 luglio, quando Standard & Poor’s ha deciso il downgrade italiano a BBB. “Come in precedenti casi – ha detto il ministro Saccomanni – la decisione appare basata su un’estrapolazione meccanica su dati del passato, con una minima o nulla considerazione delle misure già prese o in considerazione”. Due anni di critiche che non hanno portato a passi avanti nell’affidabilità del merito di credito da parte delle agenzie di rating, la cui reputazione, questa era stata l’accusa di Draghi, “è stata completamente screditata”. Oggi come allora.

 

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