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Così Parigi dice adieu al suo patrimonio pubblico

Il chiodo fisso del debito pubblico non è più solo italiano. Tra disoccupazione crescente, sforamento della soglia del 3% sul deficit nel 2012 e ripresa ancora lontana, il progetto di dismissioni fa discutere anche Parigi. Ma mentre il governo Letta rimanda la presentazione del piano a settembre, tenendo conto anche della proposta Pdl che punta, attraverso le cessioni, a ridurre il debito pubblico di 400 miliardi in cinque anni, la Francia conta già gli incassi.

Il progetto di Parigi

Á vendre“, spiega Les Echos, sono caserme e palazzi francesi, con il presidente socialista François Hollande che punta a sfruttare le entrate per finanziare nuovi programmi di edilizia popolare. Lo Stato mira ad una cessione annuale di beni per 500 milioni di euro, ed intende mantenere un ritmo elevato di cessioni del suo patrimonio immobiliare con risorse da reinvestire anche nei prossimi anni in tagli del debito e in progetti di alloggi popolari.

Le cessioni tra il 2005 e il 2012

Stimato oltre 53 miliardi di euro, il patrimonio immobiliare statale fa fremere il mercato. Da una decina di anni viene gestito in modo molto più attivo, sotto il controllo del Parlamento molto attento sul tema: tra il 2005 e il 2012, sono stati ceduti beni per oltre 4,7 miliardi di euro.

La riduzione del debito pubblico

La crisi detta le leggi, certo, e le cessioni contribuiscono sempre più a ridurre il debito pubblico. La parte degli incassi derivanti dal piano di dismissioni stanziata per ridurre l’indebitamento è cresciuta negli ultimi anni: dal 15% del 2011, è passata al 20% del 2012 e toccherà il 25% nel 2013, per sfiorare il 30% il prossimo anno. Ma anche il ventaglio di beni sarà più ampio: il trattamento di tutti i beni dello Stato all’estero, compresi quelli della Difesa che sfuggivano alla regola, verrà allineato a partire dal 2015.

Nuovi investimenti

Aldilà degli obiettivi di budget, queste operazioni puntano anche ad adattare il patrimonio statale ai bisogni delle amministrazioni e alla ridistribuzione dei servizi. Le entrate delle cessioni sono destinati ai ministeri per finanziare le loro spese d’investimento immobiliare, che hanno toccato i 400 milioni di euro nel 2012.

Il governo Ayrault spera di mobilitare il patrimonio pubblico per accrescere l’offerta di abitazioni popolari. Il quadro legislativo è stato delineato sulla base di questo obiettivo. “La legge Duflot permette allo Stato di cedere dei beni immobiliari quando ci sia un progetto di edilizia popolare correlato”, si sottolinea a Bercy. Diverse operazioni hanno quindi permesso di dimettere parte del patrimonio pubblico per delle abitazioni con bassi affitti, come la cessione della caserma di Reuilly, a Parigi, o quella di Martin, a Caen.

Le cifre previste nel prossimo triennio

Quest’anno, l’obiettivo fissato dal governo sulle cessioni è rimasto elevato. L’esecutivo intende recuperare 530 milioni di euro e proseguire su questa linea nei prossimi anni. “Vogliamo mantenere il ritmo delle dismissioni a oltre 500 milioni di euro l’anno nel prossimo triennio”, ha indicato a Les Echos il ministro delle Finanze Bernard Cazeneuve a maggio.

Più efficienza nella gestione del patrimonio pubblico

La Francia cerca anche di ridurre il costo della gestione del suo patrimonio immobiliare raggruppando dei servizi e ottimizzando le superfici occupate. Lo spazio per dipendente è stato ridotto a 16 metri quadrati, ma l’obiettivo è raggiungere la soglia dei 12.

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