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La malattia italiana è il fisco. Parola della Banca Mondiale

Il dibattito politico-economico italiano resta tutto incentrato sull’Imu e su come eliminarla sulla prima casa rimodulando Tares e Service Tax. Ma, riducendo una tassa aumentandone un’altra, si evita di lavorare per togliere all’Italia un fisco che non le invidia nessuno. La Banca Mondiale mostra come il nostro Paese sia al 131esimo posto per pressione fiscale complessiva sulle imprese su 185 Paesi considerati. E la corona d’oro le spetta se si considera lo stesso indice nell’Unione europea e nella zona Efta.

Il rapporto Paying Taxes 2013

Il Rapporto Paying Taxes 2013, diffuso da Banca Mondiale, Ifc e PwC, esamina i costi per imposte e tasse che gravano su un’impresa e il connesso carico amministrativo per versamenti d’imposta e adempimenti vari. Entrambi i fattori sono importanti per le aziende e vengono misurati di anno in anno sulla base di tre indicatori: il Total Tax Rate (Ttr – carico fiscale complessivo), il tempo necessario per gli adempimenti relativi alle principali tipologie d’imposta e di contributi (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi) e il numero di versamenti effettuati.

Le tasse italiane nella classifica mondiale ed europea 

Poco spazio per continuare a chiedersi perché le imprese italiane perdano posti nella classifica mondiale sulla competitività. L’Italia si posiziona al 131esimo posto in quella generale sulla tassazione, che combina i tre indicatori, stilata su base mondiale prendendo ad esame 185 economie. I tre Paesi vincitori? Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita. Nel nostro Paese il carico fiscale complessivo è il più alto d’Europa, pari al 68,3% dei profitti commerciali, sostanzialmente stabile contro una media Eu&Efta scesa, nonostante la crisi, al 42,6% (media mondiale del 44,7%). Le tasse sul lavoro rappresentano l’elemento più importante nel Total Tax Rate in 23 delle 30 economie considerate. Le eccezioni dove le tasse sul reddito delle imprese è la componente più forte sono Danimarca, Regno Unito Malta, Irlanda, Islanda, Paesi Bassi e Norvegia.

I dieci europei peggiori

A breve distanza dall’Italia si posiziona l’Estonia (67,3%), seguita dalla Francia (65,7%). Tra i primi 10 Paesi al di sopra della media europea per Ttr troviamo anche il Belgio (57,7%), l’Austria (53,1%), la Svezia (53%), l’Ungheria (50,3%), la Repubblica Ceca (49,3%), la Slovacchia (47,9%), la Germania (46.8%).

I migliori

Ad avere il Ttr più basso sono invece Lussemburgo, con un carico di un terzo rispetto a quello italiano (21%) seguito da Cipro (23%) e Irlanda (26,4%).

Il tempo per gli adempimenti fiscali

Per gli adempimenti fiscali in Italia le società impiegano 269 ore all’anno (267 ore la media mondiale e 184 ore la media europea) ed effettuano 15 pagamenti contro i 12.8 pagamenti medi in Eu&Efta (27,2 richiesti mediamente a livello globale).


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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