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Berlusconi statista? Chiediamoci prima se viviamo in uno Stato degno di questo nome…

Non credo che il passo indietro che molti chiedono a Berlusconi (casualmente quasi tutti targati centro-sinistra) lo possa trasformare in un secondo netto in statista. Essere considerati statisti per me è qualcosa di più ampio. Se oggi glielo si chiede in quanto condannato significa che molti ritengono, a torto o a ragione, che non abbia, comunque, inciso positivamente sul nostro paese, come normalmente dovrebbe fare appunto uno statista.

Berlusconi ha guidato (almeno a parole) il centro destra e il sogno di un Paese finalmente liberale e liberista per 4 lustri consecutivi. Un arco temporale direi più che discreto, visto che è stato collegato anche a tre governi di centro-destra, di cui il secondo se avesse voluto avrebbe potuto modificare concretamente l’economia, la PA e il volto più in generale dell’Italia. Perchè questo non è successo? Credo, probabilmente, perchè questa penisola lunga e stretta, fatta di oltre 8000 comuni e di 20 “razze” regionali sia il Paese più difficile da governare che esista al mondo.

Da noi comandano le lobby (ce ne sono di tutti i tipi e colori), ma la cosa più incredibile è che sono lobby che non amano apparire. Gruppi di potere che intervengono loro sì, per modificare questo o quel testo di legge, ma che si “vergognano” a farlo sapere al popolo italiano. L’esatto contrario di quanto avviene negli USA (oggi ogni cittadino per esempio dovrebbe sapere chi è entrato alla Camera o al Senato e quali parlamentari sono stati contattati e su quali temi).

Per prendere dai 9 ai 13 milioni di voti è innegabile che una coalizione politica debba rispondere, a torto o a ragione, ripeto, a queste logiche. Quindi tutti gli slogan delle campagne, da venti anni a questa parte (che sia sinistra o destra poco conta) poi vengono puntualmente disattesi.

Ma al popolo italiano fondamentalmente non gliene frega nulla. Se riuscisse a tornare ad avere lo stesso standing di vita di 5 anni fa (pre-crisi) passerebbe pure su tutte le questioni politiche di questi ultimi anni, sia di sinistra che di destra. L’elettore medio italiano è nettamente inferiore al politico medio italiano (lo dico per cognizione di causa visto che ne ho conosciuti tanti durante la candidatura con Scelta Civica al Senato). Certamente non tutti, ma il 70% ha queste caratteristiche. Non comprende,, per esempio, la sacralità e l’importanza del voto. Non comprende che il voto non si regala o peggio ancora non si vende (magari per una raccomandazione alla figlia), che il voto, il politico di turno, se lo deve guadagnare con il sudore, e non bastano 4 patatine messe sul tavolo per imbonire il popolo-bue.

Il popolo italiano dovrebbe chiedere conto dei programmi e soprattutto post voto di quanto è stato realizzato. Dovrebbe chiedere ai parlamentari (inclusi i “pierini” del M5S) non quante presenze o interrogazioni parlamentari sono state presentate durante il mandato (anche perchè vengono pagati per lavorare ben 18 mila euro base mese), ma quante proposte di legge sono riusciti a fare approvare. Perchè un parlamentare che non legifera non serve a nulla, che questo sia chiaro. Il parlamentare, che è un politico, deve essere bravo a mediare con l’altra parte e portarla a votare per la propria proposta, rispondendo così alle esigenze del suo collegio elettorale. Altrimenti parliamo di 945 miracolati pagati per spingere un bottone.

Siccome questo è ciò che avviene adesso ci permettiamo di chiedere a Berlusconi di fare lo statista? Chiediamo ai parlamentari prima di incidere per il lavoro che svolgono e poi chiederemo a Berlusconi di fare lo statista.

Mi avete chiesto se Berlusconi debba fare lo statista, ma la domanda piuttosto è un’altra: ma esiste un popolo cosciente e consapevole di ciò che sta facendo, a partire dall’urna? Perchè se la risposta fosse negativa (e temo che lo sia) non c’è nemmeno da chiedersi se sia giusto o meno che Berlusconi faccia o meno lo statista. Perchè, da tempo, purtroppo, non solo non vedo gli statisti (l’ultimo degno di nota è stato Bettino Craxi), ma nemmeno vedo uno Stato degno di questo nome. Mi dispiace essere “amaro” in questo mio commento, ma questo è quello che penso e purtroppo ho il brutto vizio di dire sempre ciò che penso. Perchè, e qui concludo, se esiste questo Stato allora a fronte delle tasse pagate (60-70% tra imposte dirette e indirette) vorrei avere dei servizi che non vedo. Proprio perchè non esiste più lo Stato.

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