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L’ora di Berlusconi: statista o solo pregiudicato?

E’ giunta l’ora della decisione. E’ giunto il momento in cui si vedrà se Silvio Berlusconi agisce solo da leader di partito o da statista.

L’editoriale del Corriere
Non si tratta di ascoltare o meno i garbati appelli del Corriere della Sera che oggi, in un editoriale di Sergio Romano, invita a quel passo indietro che qui a Formiche.net avevamo auspicato il giorno stesso della sentenza della Cassazione. Non a caso avevamo titolato “Berlusconi ci faccia la grazia di salvare il governo e le istituzioni“, mentre falchi e falchetti berlusconiani vagheggiavano tumulti.

I consigli di Cazzola
Ma se l’ex premier considera ancora di parte (quindi anti Pdl) il quotidiano di via Solferino diretto da Ferruccio de Bortoli, può seguire il consiglio di una personalità di sicuro non ostile alla storia e all’attività prima di Forza Italia e poi del Pdl. Pur militando in Scelta Civica, Giuliano Cazzola proprio su Formiche.net si è permesso di consigliare a Berlusconi “una decisione da statista”. L’atteggiamento di “dignitosa rassegnazione”, come la chiama Cazzola, avrebbe come primo atto  l’annuncio a breve, dell’intenzione di rassegnare le dimissioni dal Senato.

Pd spiazzato
D’altronde poiché il Pd voterebbe per la decadenza e ciò creerebbe dei problemi alla stabilità del governo. Ecco, dunque, la decisione da statista che si diceva. Pur di salvare gli equilibri di governo che Berlusconi tra i primi ha voluto costruire dopo l’ostinazione a 5 stelle del Pd di Pierluigi Bersani, il leader del Pdl fa un passo indietro, o di lato, non solo per preservare l’esecutivo delle larghe intese che il Pd, più del Pdl, mostra di soffrire, ma anche per rilanciare il centrodestra che sarà. Tanto che, come ha scritto il professor Benedetto Ippolito, Berlusconi ormai non è più sufficiente da solo per far vincere il centrodestra.

I fini da statista
I risultati della saggia decisione di Berlusconi sarebbero molteplici. La decisione, come detto, sarebbe vista come una mossa da statista che pensa prima all’Italia e poi al partito o alla propria situazione giudiziaria. Non solo: la decisione sarebbe un fenomenale propellente per impostare un nuovo centrodestra, liberando idee, personalità ed energie nuove anche per la agognata Forza Italia 2.0 che sarebbe il motore dello schieramento moderato. O, meglio ancora, la base per un moderno rassemblement che si riconosca non solo a parole nel Partito popolare europeo.

Oltre il Cav.
Insomma, in queste ore Berlusconi ha la possibilità di consegnare alla storia venti anni di berlusconismo, in cui le luci saranno rivalutate rispetto alle ombre, e dare un senso e un futuro al crepuscolo della sua esperienza politica.

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