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I misteri del Pd di Matteo Renzi

“Voglio guidare il Pd”. Bene. “Voglio guidare anche il Paese”. Bene bravo. “Voglio cambiare l’Italia”. Bene bravo bis.

Gli slogan di Matteo Renzi sono chiari e spesso efficaci. Ma l’ex Rottamatore, per qualche osservatore maligno come Fabrizio Rondolino, che gli ex comunisti li conosce bene, si sta trasformando in Riciclatore: non conosce soste, infatti, la transumanza di dirigenti locali e fors’anche nazionali dalle aree più disparate del Pd verso la non corrente di Renzi. L’ultimo esempio è quello di Dario Franceschini.

Comunque non chiamatela corrente quella di Renzi, anche se è forse quella maggioritaria; chiamatela magari spiffero dolce, venticello riformatore, vedete voi.

Ma al di là degli slogan, che sempre più ammaliano i militanti del Pd che accorrono alle feste del partito, come scrive con dovizia di particolari oggi sulla Stampa Fabio Martini, che cosa dice e che vuole Renzi?

Di certo, come anche qui a Formiche.net abbiamo notato da settimane, parole e toni del sindaco di Firenze stanno virando a sinistra. Non perché Renzi esprimesse prima proposte di destra, anche se molti al vertice del Pd lo pensava e talvolta lo diceva, ma certo – forse per cercare di sedurre ulteriormente e definitivamente la pancia e la base del Pd – gli impeti riformatori, liberali e pure liberisti del Rottamatore stanno lasciando spazio a parole e toni progressisti.

Ma l’approdo, in questa maniera, non potrà che essere spiazzante e per molti versi contraddittorio. Emblematica la sintesi che lo stesso Nicola Latorre fornisce alla sua ultima intervista: “Subito congresso vero nel #Pd. #Renzi e #Vendola insieme? E’ possibile”.

E ‘ possibile? Ma Vendola non appoggiava alle primarie Pierluigi Bersani che contendeva la premiership a Matteo Renzi?

Mah. Misteri del Pd.

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