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Wang Jianlin, l’uomo più ricco della Cina secondo Forbes

Wang Jianlin è l’uomo più ricco della Cina secondo le stime di Forbes. Con una fortuna di 14 miliardi di dollari, il proprietario del gruppo Dalian Wanda ha scalzato dal primato Zong Qinghou, a capo dell’impero delle bevande cinesi Hangzhou Wahaha, fermo a 11 miliardi. Cifre ancora lontane dai 73 miliardi del numero uno al mondo della lista stilata dalla rivista, il messicano Carlos Slim.

Il sorpasso è stato merito del ramo immobiliare ed edilizio del gruppo guidato da Wang, la Dalian Wanda Commercial Property, cui fanno capo 72 centri commerciali e 40 hotel a cinque stelle e che quest’anno, scrive Forbes, ha beneficiato dell’acquisto delle quote di maggioranza della Hengli Commercial Properties, società quotata a Hong Kong, le cui azioni hanno iniziato a salire sin dai primi annunci dell’accordo.

D’altra parte, come ricorda il Wall Street Journal sul blog China Real Time, l’uomo d’affari 58enne ha costruito negli anni un profilo globale acquisendo l’anno scorso la catena di cinema statunitense AMC Entertainmentannunciando quest’anno un piano da 1,6 miliardi di dollari per l’acquisto del 92 percento di Sunseeker, produttore delle imbarcazioni usate nei film dell’agente 007, e per la costruzione di un hotel a cinque stelle sulle sponde del Tamigi.

Operazioni che si pongono nell’ambito dell’espansione cinese all’estero degli ultimi anni, tra i cui esempi principali è citato l’acquisizione da parte del colosso alimentare della carne Shuanghui della statunitense Smithfield.
Hotel, yacht e intrattenimento a parte, il punto di forza dell’impero Wanda è l’edilizia. Per una coincidenza temporale, il sorpasso certificato da Forbes arriva mentre in vista del plenum del Partito comunista che si terrà a novembre, l’urbanizzazione è diventata una delle parole chiave della leadership cinese e del primo ministro Li Keqiang in particolare.

Si parla di chengzhenhua, ossia dell’urbanizzazione delle città medio piccole, contrapposta alla chengshihua, che invece ha per oggetto le metropoli. Nei prossimi anni il governo mira a portare nelle città 400 milioni di nuovi abitanti.

A differenza della passata ondata di urbanizzazione, questa, nelle parole della dirigenza, non sarà però basata sulla cementificazione selvaggia e la quantità. Come in altri ambiti del modello economico cinese che il Partito sembra intenzionato a riformare, ora si parla di qualità dello sviluppo. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi di lavoro come la riforma del sistema dell’hukou, il certificato di residenza che lega i cinesi e il loro diritto al ricevere servizi sul luogo di nascita. Si pensa di estenderlo in modo che possa essere valido non soltanto nel villaggio di nascita, ma in tutta la provincia. Ipotesi per un’urbanizzazione a misura d’uomo.

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