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Ecco come e perché gli hacker iraniani hanno attaccato la Marina Usa

La telefonata tra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo iraniano Hassan Rouhani ha posto fine a 34 anni di silenzio tra i due Paesi ed è stato salutato dalla comunità internazionale come un momento storico. Tuttavia quella tra Washington e Damasco è lontana dal potersi definire una tregua.

Come svelato dal Wall Street Journal, proverrebbe proprio da Teheran una serie di attacchi cibernetici indirizzati a obiettivi militari statunitensi.

Ufficiali americani hanno confermato che l’Iran, grazie all’intervento di alcuni hacker, avrebbe condotto nelle scorse settimane una prolungata offensiva informatica contro alcuni computer della Marina Usa contenenti materiale “non classificato“. Segno evidente che, malgrado i proclami, un accordo tra i due Paesi è ancora utopico.

L’episodio, definito come una delle cyberintrusioni più imponenti realizzata dalla Repubblica Islamica nei confronti degli Stati Uniti, non sarebbe servito secondo gli ufficiali a ottenere informazioni sensibili. Anche se – sottolinea il WSJ – la potenza di quest’attacco a dati militari ha scatenato l’allarme del Pentagono.

Le capacità informatiche dell’Iran sono aumentate gradualmente, hanno ammesso alcuni ufficiali coperti dall’anonimato, e vengono prese molto seriamente da Washington, perché denotano “la loro abilità di muoversi nel campo della sicurezza cibernetica“.

Il Segretario della Difesa Chuck Hagel e il Capo dello Stato Maggiore congiunto, il generale Martin Dempsey e il Congresso sono stati informati dell’intrusione e di come il Pentagono sta cercando di intensificare la sicurezza della sua rete.

I precedenti attacchi iraniani avevano colpito i sistemi informatici di banche e dell’industria energetica statunitense, concentrando la sorveglianza della Difesa Usa su quegli obiettivi.

L’accusa di un attacco da parte di Washington arriva in un momento delicato, in cui Usa e Iran hanno mosso faticosamente i primi passi verso i negoziati sul programma nucleare di Teheran e dopo le parole concilianti espresse venerdì scorso dai due leader all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Da Teheran non è giunto nessun commento in merito alla vicenda, anche se si sospetta che l’offensiva possa essere una risposta a un precedente attacco, questa volta di matrice americana, denominato Olympic Games, condotto sia dall’Amministrazione Bush sia da quella Obama verso gli impianti di arricchimento di uranio dell’Iran. Il programma includeva una collaborazione con hacker israeliani per sviluppare nel 2010 il worm Stuxnet, che è stato usato per infettare computer iraniani e danneggiare centinaia di centrifughe della centrale di Natanz.

La centrale nucleare di Nantanz a 160 chilometri a Sud di Teheran. (© Ansa)
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