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Renzi e le relazioni pericolose con Repubblica e il Fatto

Un leader si riconosce anche dai suoi rapporti con la stampa. E Matteo Renzi sta dimostrando di saper muoversi bene anche lì. Non è sfuggito a più di un osservatore, Formiche.net compresa, la corrispondenza di amorosi sensi instaurata tra il gruppo Espresso e il sindaco di Firenze.

Ormai sono lontani i tempi in cui Repubblica snobbava le ambizioni di “Matteo”. Da quando Pier Luigi Bersani ha deluso alle scorse elezioni ed Enrico Letta è arrivato a Palazzo Chigi, De Benedetti & Co. hanno trovato un valido alleato nel picconare le larghe intese. E come se non bastassero le lenzuolate su carta dedicate al Rottamatore, a giugno è stata scelta proprio la sua Firenze per la Repubblica delle Idee, la festa del gruppo che ha fatto da palcoscenico naturale al padrone di casa Renzi.

Oggi anche il Foglio si occupa del rapporto privilegiato tra il candidato favorito alla segreteria del Pd e Repubblica. In un commento senza firma a pagina 3, viene fatta una breve cronistoria della loro relazione che però “rischia di trasformarsi in una simbiosi politica, che potrebbe alla lunga rivelarsi dannosa per entrambi”. Perché, fa notare il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, “il pregio riconosciuto a Renzi era quello di presentarsi come un protagonista di una fase nuova, più pragmatica e meno segnata dalla contrapposizione paralizzante degli anni passati. Accoccolarsi sulla piattaforma dell’antiberlusconismo professionale, del politicamente corretto, offusca quell’immagine che rientra nella schematizzazione tradizionale perdendo rilievo”.

E non è un caso ovviamente che più Renzi picchi duro contro Berlusconi, più i giornali di destra battano duro su di lui. È ormai da parecchio tempo che soprattutto Libero presta molta attenzione a tutti i possibili lati deboli del sindaco, sbattendoli in prima pagina.

Il rovescio della medaglia è un cambiamento nel modo di considerare il sindaco di Firenze anche da parte del Fatto quotidiano. Dopo le delusioni di Antonio Di Pietro, Antonio Ingroia, Beppe Grillo, potrebbe essere Renzi a raccogliere il testimone dell’insoddisfazione che vive in questo momento gran parte del popolo di sinistra e viene cavalcata ogni giorno dal quotidiano di Antonio Padellaro? L’editoriale di Paolo Flores D’Arcais a riguardo è eloquente: “Renzi non ci piace, ha flirtato con Berlusconi e Marchionne, ma resta paradossalmente l’unico del Pd capace di intercettare almeno una parte dei cittadini che nei confronti del ceto politico – tutto – oscillano tra lo schifo e la voglia di vendetta”.

Tutto bene per rinforzare la sua immagine di uomo di sinistra. Il problema arriverà dopo, quando Renzi lancerà la sua sfida per Palazzo Chigi e dovrà fare breccia nel vasto universo moderato poco sensibile all’appeal del Fatto e di Repubblica.

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