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Tutti gli interessi degli Usa nelle isole contese tra Cina e Giappone

Ci sono venti di “Guerra fredda”, ma questa volta sul Pacifico. Due bombardieri americani B-52 sono entrati nella “zona di identificazione di difesa aerea” decretata sabato scorso dalla Cina. Un gesto che aumenta le tensioni nella disputa sulle isole contese che i giapponesi chiamano Senkaku e i cinesi Diaoyu e che questa volta vede la partecipazione degli Stati Uniti.

LA PROVOCAZIONE
Il problema è sorto perché gli aerei hanno ignorato la richiesta di identificazione. L’imposizione è stata considerata dalla Casa Bianca come un requisito non necessario perché si trattava di un’esercitazione di routine. I cinesi hanno reagito e gli aerei sono tornati alla base nell’isola di Guam.

ATTO ILLEGITTIMO
Gli Stati Uniti sostengono che la creazione di questa “Air defense identification zone” è un “atto unilaterale illegittimo, perché prevede l’istituzione di una zona di sovranità area cinese su una vasta area del Mare Cinese Orientale”. Il segretario della Difesa Usa, Chuck Hagel, ha detto che il gesto cinese è “un tentativo destabilizzante di alterare lo status quo della regione”.

LE ISOLE CONTESE
Le isole Senkaku – Diayou sono otto piccole isole di roccia, disabitate, sotto il controllo amministrativo del Giappone e della Corea del Sud, ma rivendicate anche dal governo di Pechino. Ad un primo sguardo potrebbero sembrare senza valore, ma rappresentano un’area strategica perché ricca di petrolio e altri minerali.

L’INTERESSE AMERICANO
Per circa settant’anni – dalla Seconda guerra mondiale in poi – gli Usa hanno mantenuto il potere nella regione e la Cina sta inviando segnali con cui comunica una voglia di cambiamento. Giappone e Corea del Sud hanno più di 70mila soldati e con la VII Flotta dominano il territorio marittimo della zona. Washington, per i cinesi, cercherebbe di sorvegliare lo sviluppo militare di Pechino, i suoi problemi con i vicini e le sue ambizioni marittime.

LA STRATEGIA CINESE
Ad aprile il “libro bianco” dell’esercito cinese disseminava alcuni indizi di quella che sarebbe stata la politica di Pechino. Il Giappone veniva descritto come un “generatore di problemi” nella disputa per le isole contese, mentre gli Stati Uniti vengono accusati di provocare tensioni nella regione, secondo il documento.

NUOVA POTENZA MILITARE
Secondo Alexander Neill, dell’Istituto internazionale di studi strategici, durante l’ultima decade il populismo nazionalista cinese si è alimentato di una narrazione ufficiale dell’umiliazione subita da parte dell’Occidente. “La nuova condizione di potenza economica della Cina, con un aumento del potere militare, ha fatto sì che questo discorso dell’umiliazione perda importanza, mentre predomina l’orgoglio nazionale”, ha spiegato.

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