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Armamenti, ecco chi spende di più. La classifica di Jane’s

Torna a crescere il giro d’affari dell’industria mondiale degli armamenti. Perlomeno, quella “ufficiale”. Nel 2014 sarebbe destinato a salire dello 0,6%, a 1.547 miliardi di dollari, dai 1.538 miliardi del 2013. A sostenerlo è l’Istituto americano Jane’s, un gigante dell’informazione sulla sicurezza con 8mila collaboratori in 165 Paesi.

SETTORE IN CRESCITA
La ripresa – secondo gli esperti di Jane’s – è destinata a non arrestarsi perlomeno fino al 2016, arrivando a superare il record dei 1.645 miliardi di dollari, raggiunto nel 2009. A far crescere il settore sono i Paesi al centro delle crisi regionali: la Cina, la Russia, gli Stati che si affacciano sul Golfo Persico. Tra quest’anno e il 2015, nel novero dei big spender dovrebbe rientrare anche il Giappone.

IL BALZO DELLA CINA
Il maggiore balzo in termini assoluti, per ora, è quello compiuto dalla Cina. Nel 2013 è stato il secondo Paese al mondo nelle spese militari, con 140 miliardi di dollari. La sua crescita lo porterà a superare a superare, nel 2015, la spesa complessiva di Francia, Germania e Regno Unito. Dietro Pechino appare Mosca. La Russia ha varato un piano di spesa triennale per incrementare il bilancio militare del 44%. Per il 2014 il suo budget complessivo è previsto in 78 miliardi di dollari, per il 2016 in 98, destinati ad alimentare soprattutto la fiorente industria nazionale che tra il 2012 e il 2013 ha visto crescere il proprio giro d’affari del 28% in termini reali. In cima alla classifica rimangono gli Usa. Il ritiro dall’Afghanistan e dall’Iraq lascia, però, il segno nel bilancio del Pentagono. Washington è calata dai 664 miliardi di dollari spesi nel 2012 ai 582 del 2013 ai previsti 575 miliardi di quest’anno e 535 miliardi del 2015.

L’AREA ASIATICA
Dopo Stati Uniti, Cina e Russia si piazzano il Regno Unito (che ha programmato di spendere quest’anno 55,6 miliardi di dollari contro i 58,9 del 2013). In crescita esponenziale sono, però, le spese del Giappone, già sesto nella graduatoria delle spese mondiali per armamenti. Anche per Tokyo vale il discorso fatto per Pechino: l’area maggiormente critica nel prossimo decennio è quella asiatica, in particolare il Mar Cinese meridionale, e il governo nazionalista di Shinzo Abe, forte di un largo seguito popolare, non vuole farsi trovare impreparato. Tra il 2014 e il 2019 ha deliberato quasi 250 miliardi di dollari di spese militari che vanno ad aggiungersi alle spese ordinarie (nel 2013arrivate a 56,8 miliardi di dollari) e potrebbero far diventare il Giappone il terzo o quarto big spender mondiale. Stabile al sesto posto nella graduatoria di Jane’s è la Francia, con circa 53 miliardi di dollari.

LA SPESA NEL GOLFO
Quanto agli altri Paesi, in forte crescita, nell’area del Golfo Persico, sono Arabia Saudita e Oman, ma Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti stanno a loro volta preparandosi a massicci investimenti. Un forte aumento delle spese militari è previsto in Australia, Corea del Sud e anche India. Sulle previsioni di Mumbai, però, non si può contare molto: il gigante del subcontinente aveva programmato un massiccio piano di spesa negli scorsi anni, ma la corruzione (vera o presunta) ha bloccato quasi tutti i programmi, compreso quello elicotteristico in collaborazione con l’italiana AgustaWestland. Quanto all’Italia (13esimo Paese al mondo nelle spese per la difesa), il bilancio 2013 di 27,790 miliardi di dollari potrebbe subire una limatura ulteriore.

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