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Tutte le minoranze in subbuglio nel Pd di Renzi

Questione di “minoranza”. Nel Pd a larga vocazione renziana i confini sono molto labili ed è sempre più difficile individuare la vera corrente anti-renziana del partito. Soprattutto visti i comportamenti dei suoi protagonisti.

DS RENZIANI?

La storica componente ex Ds sembra aver “cambiato verso”. Ugo Sposetti, dopo aver di recente paragonato Renzi a Mussolini, oggi sul Corriere della Sera spiega quanto sia “giusto farlo diventare premier”. La motivazione è nobile, “aver tenuto unito il partito, quello conta”, ma i malumori nella base restano. Tanto che Gianni Cuperlo, dopo aver votato sì in direzione all’ipotesi “Renzi premier”, ha subito chiarito che “non si tratta di una cambiale in bianco, faremo contare le idee di sinistra”.

IL PROGRAMMA DEI CUPERLIANI-BERSANIANI

Si parla a riguardo di un denso programma di governo che questa “minoranza” sta preparando in vista della consultazioni del nuovo premier incaricato. Cesare Damiano, Stefano Fassina, Davide Zoggia, tra gli altri, sono al lavoro su diverse tematiche come politica economica, lavoro, Europa, diritti, legge elettorale e riforme costituzionali.

LE DIETROLOGIE SULLA SCELTA

Le motivazioni che i dietrologi adducono al sostegno dei bersaniani-cuperliani sono diverse. C’è chi dice che, con Renzi a Palazzo Chigi, gli ex Ds potranno riprendersi il partito. Tesi suffragata dalle parole di Sposetti che all’idea di Renzi premier e segretario risponde: “Non esiste, occorre subito aprire una discussione”. E poi chi parla di tentativo di “bruciare” il giovane rottamatore con una prova ad alto rischio, come quella che si appresta ad affrontare.

CIVATIANI TRA HASHTAG E PROVOCAZIONI

C’è poi un’altra minoranza guidata da Pippo Civati che si professa “in grande imbarazzo”. È la minoranza che ha scelto di votare contro la proposta renziana alla direzione Pd. E che è tentata di disertare l’appuntamento con la fiducia parlamentare al nuovo governo. Numeri piccoli, si vocifera di sei senatori, che poco potranno influire sull’esito del voto. Ma che esprimono un disagio in comune alla gran parte dell’elettorato Pd: il 64% degli italiani secondo l’ultimo sondaggio Ipsos è contro l’avvicendamento Letta-Renzi a Palazzo Chigi.

SINISTRA CHI?

Civati propone un’alleanza a sinistra, guardando a Sel e alle colombe grilline. Ma assicura comunque che non ci sarà complotto, lanciando un nuovo hashtag, #matteostaisereno. Anche se il tema politico resta tutto, come dimostrano le migliaia di condivisioni del tema provocazione promossa sul blog del deputato lombardo: “Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra”. Una sinistra sempre più a disagio in un governo di larghe intese e che vuole andare al voto. Renzi saprà ascoltarla?

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