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Tutti i malumori sulla fiducia sfiduciata di Civati

La “fiducia sfiduciata” di Pippo Civati al governo Renzi non convince tutti i civatiani. Sul blog e sui social network dove si ritrova il popolo 2.0 fedele al giovane deputato brianzolo si registrano delusione e disappunto per la sua probabile scelta di accordare la fiducia al nuovo esecutivo.

Una decisione in realtà frutto di un sondaggio che il dissidente Pd ha voluto realizzare sul web in stile Grillo. E che ha dimostrato come l’argomento spacchi il popolo democrat: 50,1% si è espresso per il sì alla fiducia, 38,4% per il no ed il 10,6% per l’astensione. “Io, con fatica, farò la cosa giusta. La mia proposta è di rimanere nel Pd e allargare questo centrosinistra. Sulla fiducia sto ancora valutando, l’indicazione di questa assemblea è votare un sì condizionato e sfiduciato”, ha spiegato Civati.

Una formula che non ha convinto in tanti, anche tra i suoi sostenitori. Certo, c’è chi promuove la sua scelta per il bene del Pd che con una sua sfiducia probabilmente si sarebbe scisso. Ma i commenti più votati su Facebook e sul suo blog testimoniano senso di amarezza per non essere andato fino in fondo.

Margherita Oliva
“Civati potevi essere il cambiamento. Le cose cambiano cambiandole non adeguandosi e ubbidendo. Molti di noi speravano in un qualcuno che ci rappresentasse veramente e degnamente,molti di noi speravano in un qualcosa di nuovo,in un nuovo scenario politico,in un’alternativa di sinistra e perché no in una sinistra più unita. Oggi,avrai il coraggio intellettuale e morale di votare una fiducia ad un governo pessimo e ridicolo.Domani,probabilmente ricomincerai a criticarlo e a indignarti ma non dovresti più farlo perché dal momento in cui si da la fiducia si diventa complici ed esecutori di una condanna a danno dell’italia”.

Giovanni Alberini
“Caro Pippo l’umanità si divide in chi avrebbe potuto farlo e chi invece l’ha fatto. Ti ricordo che il più famoso sondaggio mandò libero Barabba e crocefisso Gesù. Avrei apprezzato una tua presa di posizione. Da leader, da uno che non da le colpe agli altri. Delusione enorme. Che cresce col passare delle ore”.

Stefano Fratini
“Ok, chiuso anche con Civati. Il Pd è morto e chi ci rimane è morto anche lui”.

Gabriele Palomba
“Caro Civati, rispetto profondamente il modo in cui state affrontando questo “bivio” (anzi di più, ho partecipato anche io al sondaggio), ma credo di dovervi dire che state commettendo un errore. Capisco perfettamente il ragionamento tuo e di quanti hanno deciso per il si alla fiducia, o meglio, per rimanere nel Pd. Credete ancora nell’idea di un “vero” Partito Democratico. Ma è ora di comprendere che quell’idea è definitivamente morta lo scorso aprile con i 101, ed è stata sepolta sotto una lunga serie di nefandezze, che vanno dalla nascita del governo Letta a quella del governo Renzi.  Io credo che bisogna armarsi di coraggio, gettarsi nel mare in tempesta e cominciare a nuotare, perchè tanto a restare su una nave che affonda si affoga sicuro, invece così forse si sopravvive”.

Laura Cardellino
“Ok. Prendo atto. Ma tu mi sembri quelle donne che continuano a prendersele dai mariti e dicono ‘non lo lascio, col mio amore cambierà’. Cosa ti fa sperare che possa essere così?”

Civati era stato in qualche modo “l’eroe” dell’ultima direzione Pd (GUARDA LE FOTO), l’unico che di fronte al nuovo gregge di pecorelle renziane di Largo del Nazareno ha avuto il coraggio di dire no e avanzare dubbi. Un intervento cliccatissimo e molto apprezzato in rete perché specchio del malessere della sinistra italiana per la prosecuzione delle larghe intese. Una sinistra che ora si divide nel giudicare il continuo tira e molla di “Pippo” che lo porterà alla fine, dopo il no a Renzi a parole in direzione, al sì nei fatti alla Camera. C’è chi lo vede come comprensibile “travaglio” interiore, chi come semplice incoerenza.

 

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