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Ucraina, tutti i passi verso il referendum in Crimea. Lo speciale di Formiche.net

A Sebastopoli, capitale della Crimea dove ha sede la Flotta sul Mar Nero del Cremlino in virtù di un accordo con l’Ucraina, l’entusiasmo per il referendum che deciderà se la Penisola dovrà essere riannessa alla Russia dopo oltre 50 anni è alto, e prima dell’apertura dei seggi i cittadini avevano già formato lunghe code in attesa di poter votare.

Ma la tensione continua a salire. Mosca non molla e nelle scorse ore, dopo aver sferrato diversi attacchi cibernetici ha lanciato nuove esercitazioni militari, con oltre 8mila soldati schierati, al confine con il Paese e ha invaso parte del territorio di Kiev, ufficialmente per difendere una centralina che smista il gas in Crimea.

Nel frattempo l’Occidente cerca piuttosto di mettere a punto un piano efficace per ridimensionare le ambizioni di Mosca. Anche la Germania, una delle nazioni più esposte perché largamente dipendente sul piano energetico dalle materie prime di Mosca, attraverso la propria cancelliera Angela Merkel ha ribadito che la guerra non è un’opzione e ha ammonito Vladimir Putin. E dopo la minaccia americana di annientare il ricatto del Cremlino esportando lo shale gas verso l’Europa, ora la strategia per piegare Mosca sembra essere diventata quella di colpire Gazprom e la finanza.

L’attesa ora è tutta per il risultato del referendum, per il quale si potrà votare fino alle 19. Una consultazione che in molti, Kiev per prima, non riconoscono e anzi considerano illegale. Proprio ieri la risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro la consultazione di oggi non è passata per il veto posto dalla Russia.

La Cina si è astenuta, mentre gli altri 13 Paesi hanno votato a favore. La risoluzione sull’Ucraina era stata presentata dagli Stati Uniti e co-sponsorizzata da 41 paesi tra cui l’Italia.

E il presidente americano Barack Obama ha annunciato: se Mosca non si fermerà, da domani saranno adottate severe sanzioni.

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