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I consigli “messicani” del Financial Times e di Davide Serra a Renzi

“Per un’Italia divisa, una dose di realismo messicano potrebbe essere più utile dell’illusione del sogno americano”. Questo l’invito del giornalista del Financial Times Ferdinando Giugliano, rilanciato di recente dal finanziere italo-londinese (e filo-renziano) Davide Serra sul suo profilo Twitter (e si sa che per intuire alcune delle direzioni che prende la politica del premier Matteo Renzi basta seguire i cinguettii dei suoi consiglieri più fidati).

Sull’articolo del Ft, il 20 febbraio scorso Giugliano suggeriva a Renzi di abbandonare i modelli di Tony Blair e Barack Obama e prendere esempio, invece, dal giovane presidente messicano, il conservatore Enrique Peña Nieto. “Finora Renzi ha dimostrato di saper imparare dai suoi modelli… Ora che ha conquistato il partito e sta per diventare primo ministro, Renzi ha poche lezioni da trarre dalle sue icone preferite”, aveva scritto sul Financial Times.

UN PAESE DIVISO
“Anche lui (Peña Nieto, ndr) si è trovato a governare un Paese immobile e afflitto dalla criminalità organizzata senza una maggioranza forte, ma ha proposto un programma chiaro all’opposizione ed è riuscito a far passare molte riforme radicali e a rilanciare l’economia”, ha spiegato il cronista. Il presidente messicano è arrivato al potere senza la maggioranza parlamentare (ma con un largo consenso di voti, però). Giugliano ha ricordato che, il giorno dopo l’insediamento, il presidente messicano ha negoziato un programma di 95 punti con tutti i gruppi di opposizione. Oggi quel Patto per il Messico è ancora in piedi e questa “è la lezione più importante per Renzi”.

IL NARCO-STATO
Secondo Giugliano, Peña Nieto sta portando avanti “un’ambiziosa agenda di riforme” in Messico, riuscendo a “tornare sulle mappe degli investitori internazionali”, nonostante l’aumento delle reti di narcotrafficanti. Peccato che alcuni analisti sostengano che sono proprio le risorse del traffico di droghe a fare salire gli indici economici messicani.

VOLONTÀ POLITICA
Giugliano si stupisce di come il giovane Peña Nieto sia arrivato a toccare con le sue riforme quasi tutti i settori in Messico: dalle telecomunicazioni, all’istruzione, con un particolare progetto liberista nell’area energetica. Senza dovere rendere conto a sindacati, imprenditori e leader politici tradizionali. Secondo il giornalista, in Messico e in Italia “è abbondantemente chiaro cosa bisogna fare per ripristinare la crescita. Quello che è mancato finora (a Roma, ndr) è la volontà politica”.

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