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La genialata di Berlusconi contro Renzi

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Raga’, sta tornando. Silvio Berlusconi sta affilando le lame comunicative per cercare di scalfire Matteo Renzi ed erodere consensi ad Angelino Alfano.

La nuova strategia berlusconiana sta in una frase che l’ex premier utilizzerà nelle prossime uscite televisive, secondo il Corriere della Sera: “Renzi fa finta di essere un liberale. In verità si sta dimostrando un veterosocialista”.

Lo slogan ha qualche base fattuale, che è l’altra faccia dei benedetti azzardi renziani. Il premier ha sì promesso 80 euro in busta paga ai redditi inferiori a 1.500 euro al mese. Ma nessun “regalino” è previsto per professionisti e partite Iva. E il taglietto Irap di sicuro non può destare troppi applausi da parte delle aziende che ne beneficeranno, visti gli altri aggravi previsti dalla stessa manovra.

E che dire dell’accanimento in fieri contro il comparto della Difesa e sugli F-35? Gli umori grillini e sinistri saranno soddisfatti, ma i tagli in arrivo sugli investimenti non tengono conto delle ricadute negative per l’Italia su crescita e ricerca tecnologica.

Pure le staffilate alle banche – che peraltro incrinano una solida sintonia nel passato tra banchieri e sinistra, come rileva oggi il Foglio – rientrano in toni e intenti veterosocialisti, secondo il nuovo mantra berlusconiano.

Un mantra che peraltro viene corroborato in queste ore, con un premier quasi atarassico sul decreto Poletti: eppure le modifiche chieste dal Pd sul provvedimento che riguarda i contratti a termini sono di stampo cigiellino.

Ma lo slogan del leader di Forza Italia – in una ideale quadratura del cerchio – di fatto punta a ridimensionare ed offuscare l’azione del Nuovo Centrodestra di Angeliino Alfano che con l’Udc e una parte dei Popolari di Mauro mira ad essere il baricentro di un rinnovato centrodestra popolare e liberale.

Per questo, a chi cerca di erodere consensi a Forza Italia, pur riconoscendosi nel campo anti Pd, più che meritorie battaglie parlamentari, alambicchi per la composizione delle liste ed equilibristici organigrammi di partito servono basi culturali e programmatiche salde per non farsi sballottare dalla furia renziana e dalle genialate mediatiche di Berlusconi.

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