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Meloni, Storace e Fini. Mappa dei destri divisi e imbufaliti alle Europee

Non si placano i veleni tra gli ex An che, come un mare increspato che non smette di agitarsi, con l’approssimarsi delle urne europee del 25 maggio si lanciano accuse e smentite con al centro il nodo del contendere di sempre: il patrimonio della fondazione di An. Ecco come i destri, divisi e imbufaliti, si avvicinano al rinnovo del prossimo europarlamento.

(ECCO TUTTI I CANDIDATI DI FRATELLI D’ITALIA-AN ALLE EUROPEE)

FATTO DIXIT
Un passaggio, quello relativo al denaro della Fondazione di Alleanza nazionale, di cui oggi è stato dato ampio conto sul Fatto Quotidiano. Che il livello di litigiosità fosse elevato al cubo era cosa nota ben prima delle urla e delle accuse andate in scena durante l’assemblea della Fondazione lo scorso novembre, quando la diatriba sul simbolo era stata il pretesto per una resa dei conti finale. Oggi il quotidiano diretto da Antonio Padellaro ricostruisce in un pezzo siglato da Fabrizio D’Esposito lo stratagemma utilizzato da Fratelli d’Italia per aggirare il tetto del finanziamento della campagna per le Europee: e osserva che “secondo i veleni degli ex An rivali sparsi un po’ dovunque, a partire da Forza Italia, organizzerà manifestazioni in tutto il Paese per i ventisei anni della morte di Giorgio Almirante, storico leader missino”. Per cui il cda della Fondazione, di cui fa parte anche Giorgia Meloni, leader di Fdi, ha deliberato un contributo di 2.500 euro per ciascuna manifestazione. Con la strategica concomitanza delle iniziative con le due settimane finali della campagna per le Europee. “Di fatto saranno comizi mascherati di Fratelli d’Italia nel nome di Giorgio Almirante, senza quindi figurare nel rendiconto finale delle spese elettorali”, scrive il Fatto Quotidiano.

DIASPORA
Ecco come alle europee gli ex An andranno quantomai divisi. Il leader di un tempo, Gianfranco Fini, ha manifestato il suo appoggio ai liberali di Scelta Europea, la formazione che presenta come candidato presidente Guy Verhofstadt: è una lista elettorale italiana di liberal-democratici fortemente europeista, che sostengono la candidatura dell’ex premier belga alla Presidenza della Commissione e che si rifanno all’ALDE (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa). Nel logo, i simboli di Centro Democratico, Scelta Civica per l’Italia e Fare per Fermare il Declino.

FDI
Un altro pezzo della ex destra di governo, Gianni Alemanno (candidato per FdI nella circoscrizione meridionale) e Italo Bocchino, ex sindaco di Roma ed ex vicepresidente di Futuro e Libertà allievo di Pinuccio Tatarella, orbitano in “area Meloni”, ovvero quei Fratelli d’Italia che hanno sì vinto il primo round per presentarsi alle europee con il simbolo di An, ma che dovranno vincere la battaglia più difficile per superare lo sbarramento del 4%. In Fdi non ci sono solo anime destrorse, ma anche liberali come l’ex forzista Guido Crosetto, ultracattolici come Magdi Allam che è uno degli alfieri più convinti della battaglia anti euro ingaggiata dal partito di Meloni anche se tutti i principali prof anti euro sostengono la candidatura di Claudio Borghi nelle liste della Lega di Matteo Salvini.

IN FORZA ITALIA
Da sempre berlusconiani, gli ex ministri Altero Matteoli e Maurizio Gasparri, hanno proseguito nella strada prima del Pdl e poi di Forza Italia, sin da prima della rottura finiana. Troppo forte il legame con il Cavaliere e troppo difficile da comprendere la sterzata di Futuro e Libertà, anche per il feeling con l’esperienza centrista montiana che gli elettori hanno mostrato di non gradire. In Forza Italia anche La Destra di Francesco Storace, deluso dall’incompatibilità con Fdi “perché l’unione delle destre è fallita” così come osservato da queste colonne. Con l’ex cavaliere anche l’ex Udc Luciano Ciocchetti.

(TUTTE LE FOTO DI UMBERTO PIZZI SUI DESTRORSI APPASSIONATI E DIVISI)

POPOLARI
Un altro esponente politico di lungo corso transitato in Futuro e Libertà, Potito Salatto, ma di origini democristiane, ha da tempo fatto una scelta centrista: prima da eurodeputato come vicecapodelegazione del gruppo Ppe poi come una delle anime del Popolari di Mario Mauro, di cui oggi figura tra i fondatori. Fuori dagli schemi di ieri l’ex sottosegretario all’ambiente Roberto Menia (che pur aveva dato vita al Movimentoxlalleanzanazionale assieme a Poli Bortone e Storace) triestino poco avvezzo ai giochi diplomatici che hanno consentito a molti transfughi di trovare riparo nelle liste di Fdi, e oggi impegnato full time nella trasformazione del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, di cui è Segretario Generale, fondato da Mirko Tremaglia. Menia, a Formiche.net, dice che “queste europee saranno una sconfitta per tutti: per Fdi che non hanno certo ricucito il tessuto di An ma del simbolo di An hanno fatto un’appendice; per NCD che passerà a stento lo sbarramento ma non sfonderà certo perché troppo neo democristiani: per FI sempre più in crisi tra arresti eccellenti ed elettori in fuga. Lo scontro sarà Renzi e Grillo e non posso che sperare che poi nasca una cosa seria a destra”.

(ECCO NUMERI, CANDIDATI E PROGRAMMI DI NCD/UDC ALLE EUROPEE)

IERI E OGGI
E se ieri le tre correnti erano pane quotidiano per le vicende di An (Destra protagonista di Gasparri, Destra sociale di Alemanno, Destra liberal di Urso e Matteoli) oggi i protagonisti hanno solo invertito nomi e sigle, mantenendo ognuno il proprio territorio. Con la differenza che mentre dalla svolta di Fiuggi in poi si aprirono le porte per una lunga esperienza al governo del Paese, oggi dalla rottura finiana in poi è stata certificata la fine di un mondo.

(ECCO TUTTI I CANDIDATI DI FRATELLI D’ITALIA-AN ALLE EUROPEE)

twitter@FDepalo

 

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