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Così la grande stampa bastona (ora) Renzi

E’ finita la luna di miele tra Matteo Renzi e la stampa italiana? Dopo un’apertura di credito riservatagli nei suoi primi otto mesi a Palazzo Chigi da buona parte dei giornali, a parte qualche eccezione, la recessione certificata dall’Istat sembra avere di colpo rotto l’incantesimo. La bacchettata unanime che sembra arrivare questa mattina dalla lettura dei quotidiani per il presidente del Consiglio è sintetizzata nel commento apparso sull’edizione on line del Wall Street Journal: “Molte parole e pochi fatti”.

IL SOLE 24 ORE
“Ma Renzi le cose le fa o non le fa?”, si chiede in apertura del suo editoriale Roberto Napoletano sul Sole 24 Ore, criticando le priorità nell’agenda di governo: “L’urgenza è l’economia e guai se i mercati si dovessero convincere che chi ci governa sottovaluta. Il tema del debito pubblico e delle privatizzazioni si affronti con pragmatismo senza lasciare nulla di intentato, ricordandosi, però, sempre che la via maestra è quella di recuperare la strada della crescita”. Lo stesso suggerimento che dà sulla renzianissima Europa anche Mario Lavia.

CORRIERE DELLA SERA
Invita a un “bagno nella realtà” il mai troppo renziano Corriere della Sera. Dario Di Vico sgrida il premier per la questione dei “gufi”: “La comunicazione governativa sta esagerando nel danno di immagine procurato ai gufi, che sono animali miti, saggi e considerati nel Medioevo come dei portafortuna. Non è colpa loro se l’effetto Renzi ha una provata efficacia nella raccolta del consenso (il Pd oggi è valutato attorno al 42%) ma non si trasmette all’economia”. E lancia un nuovo hashtag per il rilancio del Paese: “Si provi a imbastire accanto a quello europeo un semestre italiano. Chiamando alla mobilitazione e alla responsabilità tutte le componenti dell’economia. Anche tra loro serpeggia la disillusione, si accontentano di compilare periodicamente i quaderni delle lagnanze e non prendono invece veri impegni. L’hashtag per loro è #inclusione”.

REPUBBLICA
“La strada sbagliata” è il titolo inequivocabile del commento di Alberto Bisin su Repubblica. Il giornale di Ezio Mauro che ha sempre sostenuto la corsa renziana, a parte qualche corrosivo editoriale del fondatore Eugenio Scalfari, dice oggi in prima pagina che “gli 80 euro appaiono per quello che ovviamente sono al di là della loro capacità di segnalare una nuova direzione di politica economica, una manovra ridicolmente inadeguata e mal congegnata”. Difende Carlo Cottarelli: “La capacità propulsiva del governo Renzi muore con Cottarelli. Perché la reazione violentemente negativa del governo ad un piano serio e ben fatto di spending review non può che essere interpretata come mancanza di volontà di procedere realmente (non solo retoricamente) nella direzione dei tagli di spesa”. E invita il premier a intrapendere una strada mai battuta: “La tanto vituperata e ridicolizzata idea dell’austerità espansiva non è affatto una stupidaggine se qualificata e calibrata all’Italia”.

LA STAMPA
È Luca Ricolfi sulla Stampa ad analizzare il “costo delle riforme mancate”. All’irritante “io l’avevo detto” verso il premier, l’economista preferisce puntare il dito contro l’ambiente che lo circonda: “Quello su cui vorrei soffermarmi, semmai, è l’ambiente in cui Renzi e i suoi fedeli operano, dove per «ambiente» intendo il complesso di credenze, convinzioni, abiti mentali che finora gli hanno reso così facile procedere come uno schiacciasassi. Sono esse, a mio parere, le vere responsabili dell’incapacità dell’Italia di risollevarsi; sono esse il male che neutralizza (o «gattopardizza», direbbe Alan Friedman) ogni vero cambiamento”.

A DESTRA
Parla di “clamoroso flop” Maurizio Belpietro su Libero mentre Nicola Porro sul Giornale preferisce fare “un elenco micro (economico) per far capire come mai le questioni macro (economiche) non girano per il verso giusto”. Il Foglio di Giuliano Ferrara sottolinea invece la reazione spavalda del presidente del Consiglo e rilancia il “Nazareno economico”, quel patto tra Renzi e Berlusconi suggerito da Formiche.net.

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