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Non solo Isis. Il Pentagono sulle tracce del leader di al-Shabab, Ahmed Godane

L’attenzione mediatica, in questo periodo, è tutta per lo Stato Islamico, ma le minacce in Africa e Medio Oriente non si limitano al Califfato.

Tra i gruppi più pericolosi che seminano il terrore nel Corno e nelle aree limitrofe c’è il temibile al-Shabaab, responsabile del massacro al centro commerciale Westgate a Nairobi, che lo scorso settembre costò la vita a decine di persone.

Una insidia non dimenticata dalle forze armate americane che nelle scorse ore hanno condotto un’operazione in Somalia contro la rete terroristica che dal 2012 è collegata ad al-Qaeda.

I MOTIVI DEL RAID

A renderlo noto è stato il portavoce del Pentagono, John Kirby, parlando alla CNN (sotto il video). Il raid – ha spiegato il governatore della provincia meridionale di Basso Scebeli dove si è svolto l’ attacco, Abdikadir Mohamed Nurp – puntava a colpire una riunione dei vertici dell’organizzazione, tra cui l’inafferrabile capo Moktar Ali Zubeyr conosciuto anche come Ahmed Abdi “Godane” e più volte dato per morto (gli Usa offrono fino a 7 milioni di dollari a chi darà informazioni utili a catturarlo).

IL LEADER GODANE [FOTO]

Roobow

L’organizzazione guidata da Godane agisce in modo indipendente, ma non è del tutto scollegata dalle altre che compongono la galassia qaedista. Una sorta di network del terrore, che  si sostiene a vicenda e alimenta l’instabilità della regione, compresa quella in Libia o nella vicina Nigeria, dove impazzano i fondamentalisti di Boko Haram. Quello ad al-Shabab rappresenta dunque un attacco importante, perché colpire una sola delle cellule equivale a rendere più incerte le sorti dell’intero ecosistema terroristico di matrice islamica.

L’OFFENSIVA CONTRO I TERRORISTI

Solo una settimana fa il governo somalo ha annunciato il lancio di un nuovo attacco contro il gruppo terrorista, entrato nella “lista nera” degli americani nel 2008 e ritenuto responsabile di un attentato che pochi giorni dopo ha causato 15 morti nella capitale Mogadiscio.

L’offensiva statunitense, invece – si legge sul Washington Post -, è stata condotta nei pressi di una della basi di al-Shabab, il porto della città di Barawe, con droni armati di missili. Ne sarebbe stata scagliata una decina. Una notizia che si collega a un’intensificazione della presenza Usa nell’area. Il Pentagono sta preparando infatti l’apertura di una seconda base per droni in Niger, con l’intento di allargare le operazioni in Africa.

I LUOGHI DEL RAID [FOTO]

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(fonte: Voice of America)

Il bilancio dell’ultimo raid è ancora poco chiaro. Tuttavia, secondo Voice of America, le testimonianze raccolte da militanti e fonti della sicurezza dell’Unione africana in Somalia confermano che Godane era in prossimità dell’attacco. I terroristi, scrive Al Jazeera, confermano l’attacco (6, per ora, i decessi accertati), ma negano che il loro leader vi abbia perso la vita. In ogni caso il suo destino, per il momento, rimane sconosciuto. A svelarlo sarà nelle prossime ore lo stesso Pentagono.

ATTACCO USA CONTRO AL-SHABAB [VIDEO]

(fonte: CNN)

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