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Pd, Forza Italia e Costituente Popolare, quando i fatti smentiscono le parole

Le parole e i fatti (e gli atti) sono sempre più in contraddizione in politica. Qualche esempio delle ultime ore?

In casa Pd la minoranza del Pd (ma è davvero minoranza?…) capeggiata da Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema borbotta, mugugna e scalpita. Due i motivi ufficiali, secondo gli ex segretari: i risultati insoddisfacenti del governo Renzi finora (ma non avevano contribuito a far sloggiare Enrico Letta da Palazzo Chigi con le stesse ragioni?) e l’eccesso di potere di Renzi che è sia presidente del consiglio sia segretario del partito. Ohibò, eppure non si ricordano condizioni e incompatibilità poste a Renzi nel corso della direzione nazionale del Pd che lo ho fatto accomodare anche a Palazzo Chigi oltre che a Largo del Nazareno. Ma ora si scopre che le vere, recondite, ragioni di tanto sbuffare erano altre nell’ala sinistra del Pd: avere qualche posto nella segretaria in fieri del Pd. Le trattative per giovedì sono in corso: si discute su più posti in segreteria o un posto pesante come vicesegretario per la minoranza bersaniana. Poi, i malumori saranno sedati.

E che dire del centrodestra? Da settimane, anzi da mesi, Ncd di Angelino Alfano, Udc di Lorenzo Cesa e Popolari di Mario Mauro hanno giurato che già prima delle elezioni europee dello scorso 25 maggio avrebbero costituito gruppi unitari in Parlamento per sostenere ora il governo Renzi ma per lavorare in prospettiva a coagulare un nuovo centrodestra dopo aver magari dato vita a una casa unitaria dei movimenti popolari. Le parole non si sono ancora tramutate in atti. Si sono svolte le europee, è passata l’estate, si avvicinano le Regionali e Natale ma non solo il gruppo parlamentare unitario non si vede ma sembra pure scricchiolare: non si sa ancora di preciso – nonostante la sequela di interviste e comunicati stampa – chi e quanti parlamentari hanno aderito al manifesto per la Costituente Popolare; eppure Ncd, Udc e PI hanno l’ambizione di coinvolgere i moderati di Scelta Civica che non vogliono accasarsi di riffa o di raffa nel Pd. L’ex montiano Andrea Causin non ha avuto remore a parlare con Formiche.net per spiegare la sua scelta di campo pro Costituente Popolare, che resta ancora una incompiuta. Significativo il tweet di ieri sera del presidente dell’Udc, Gianpero d’Alia: “Ringrazio i colleghi per nomina in direttivo #CostituentePopolare ma come presidente @udctw desidero prevalentemente impegnarmi nel partito”. Che significa? Che i filo-Casini dell’Udc frenano mentre i filo-Cesa vogliono accelerare nell’amalgama con Ncd? No, secondo quanto D’Alia ha spiegato alla collega Fabrizia Argano: piuttosto è il Nuovo Centrodestra che nicchia a sciogliersi in un nuovo movimento politico unitario di tutti i popolari, è la conclusione che si trae dall’intervista del presidente dell’Udc a Formiche.net.

Anche in Forza Italia la distanza tra parole e atti è di casa. Infatti se da un lato Silvio Berlusconi ripete di voler aprire porte e finestre di Forza Italia a una nuova generazione e ai non iscritti al partito, dall’altro lato Berlusconi e gli iper berlusconiani storcono il naso a sentire parlare Raffaele Fitto che invoca il metodo delle primarie proprio per raggiungere i medesimi obiettivi di Berlusconi. Forse Berlusconi e berlusconiani potrebbero ascoltare i consigli di un editorialista (tutt’altro che anti berlusconiano) come Lodovico Festa che proprio su Formiche.net perora la causa di primarie fin dalle Regionali per rimodulare un centrodestra competitivo.

Così magari i fatti e gli atti si riconcilieranno con le parole. Altrimenti non ci resta che leopoldare…

(UMBERTO PIZZI S’INTRUFOLA TRA ALFANO, CESA E… TUTTE LE FOTO)

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