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Dove va Scelta Civica?

All’indomani della scoppola europea, c’era chi dava per spacciata Scelta civica e indicava nella riunione di verifica fissata per il 20 settembre a Firenze la celebrazione del suo funerale. Alla vigilia di quell’appuntamento, il partito montiano prova a scrollarsi di dosso questo destino segnato e a “ricordarsi del futuro”, per usare l’espressione di Roberto Benigni a Ballarò.

I SEGNALI POSITIVI
Del resto, l’ultimo periodo di motivazioni per pensare positivo ne ha date. Innanzitutto la ritrovata unità di tutta Sc sulla nomina di Renato Balduzzi al Consiglio superiore della Magistratura. L’ex ministro della Sanità, e attuale reggente del movimento, è stato eletto come membro laico del Csm, con la candidatura condivisa di Sc e Per l’Italia. Dopo la scissione dello scorso anno, la nota comune di Andrea Mazziotti, Lorenzo Dellai, Gianluca Susta e Lucio Romano fa ben sperare per la futura intesa delle diverse anime montiane, vista la volontà espressa di “un continuativo confronto tra i due gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, per la ricerca di punti di convergenza sui principali temi dell’attività parlamentare, a partire da riforma istituzionale, legge elettorale e legge di stabilità”.

Altro elemento di forza e ritrovato orgoglio è il nuovo protagonismo che Scelta civica sta assumendo nel governo in campo economico. Il disegno di legge-delega sul lavoro con uno Statuto integralmente nuovo e un Codice semplificato, ispirato ai principi della flexsecurity, recepisce in pieno le proposte del senatore e giuslavorista montiano Pietro Ichino. “La decisione assunta dal Governo rispetta l’impegno che fin dalla sua nascita Scelta Civica ha posto al centro del proprio programma e contenuto nel disegno di Legge presentato lo scorso anno in Parlamento”, ha fatto notare Gianluca Susta, presidente dei Senatori di Scelta Civica.

I PUNTI CRITICI
Non mancano i punti critici. Il partito resta ancora spaccato sul futuro posizionamento. C’è chi come Andrea Romano sogna la “tenda riformista” di blairiana memoria con il Pd e chi come Salvatore Matarrese suggerisce di guardare dall’altra parte, verso la Costituente popolare. Altro nodo è rappresentato dalla leadership. Uno dopo l’altro, hanno fatto un passo indietro Mario Monti, Alberto Bombassei, Stefania Giannini. E anche Balduzzi con la nomina nel Csm preferisce non assumere più posizioni di vertice in Sc, come ha anticipato in un’intervista a Italia Oggi: “Sarebbe un impegno istituzionale di grande importanza e delicatezza. Se dovesse concretizzarsi, ciò comporterebbe un ruolo di assoluta garanzia, sempre nell’interesse generale, e non più di proposta politico-partitica”.

LA ROAD MAP
Quello di domani a Firenze è solo il primo degli appuntamenti di verifica del movimento. Nelle prossime settimane è prevista “l’approvazione di regole per l’individuazione in tempi brevi
dell’assetto di vertice attraverso il pieno coinvolgimento della base associativa e la
convocazione di un’apposita assise”, recita il programma. Sarà il prossimo 31 ottobre il termine ultimo per la resa dei conti.

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