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Ebola, benvenuti alla tarantella allarmistica dei politici americani

Tra allarmismi e critiche, Ebola è diventato l’argomento centrale del dibattito politico internazionale. Mentre in Italia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin invia una circolare con le rassicurazioni a regioni, ministeri, capitanerie di porto ed ente che vigila sull’aviazione civile, negli Stati Uniti membri del partito Repubblicano e del partito Democratico si scontrano sulle pecche nella gestione dell’emergenza.

EBOLA NELLA POLITICA AMERICANA

Il primo attacco c’è stato ad agosto, quando il senatore dell’Arkansas Mark Pryor ha accusato il suo avversario repubblicano, Tom Cotton, “di votare contro una proposta di legge di prevenzione (trascurando di menzionare che il signor Cotton poi ha votato per una versione diversa della stessa fattura)”. I democratici stanno utilizzando la crisi di Ebola per fare critiche ai tagli alla spesa pubblica, al sistema sanitario e agli aiuti umanitari.

IL PRECEDENTE DELL’AVIARIA

Un sondaggio del Pew Research Center sostiene che “con Obama alla Casa Bianca i repubblicani sono molto più scettici sulla capacità del governo di evitare un’epidemia di Ebola negli Usa. Nel 2005, invece, i repubblicani erano molto più sicuri rispetto ai democratici sulla capacità del presidente George W. Bush di controllare l’influenza aviaria”.

LA PASSIONE REPUBBLICANA PER EBOLA

Il blogger Lee Papa ha pubblicato un post lo scorso sabato nel quale ricorda che i repubblicani si rifiutano di partecipare nei dibattiti sul cambiamento climatico “perché non sono scienziati”, ma lo diventano improvvisamente per parlare di Ebola. Con toni poco rassicuranti.

GLI ALLARMISMI DELL’EPIDEMIA

“Come era da aspettarsi, i politici repubblicani più in vista – che non sono disposti a parlare di cambiamento climatico perché non hanno le qualifiche – sono invece disposti a parlare di Ebola, nonostante non abbiamo le qualifiche per farlo. Come era previsto, tutti quei politici favoriscono misure politiche rigorose per affrontare la malattia, anche se la maggior parte degli esperti dicono Ebola non è facilmente trasmissibile e non costituisce una minaccia diffusa per gli americani”, ha scritto Papa.

PEGGIO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Sulla resistenza dei repubblicani di sostenere una legge contro il cambiamento climatico, il blogger avanza un’ipotesi sul perché di questo atteggiamento: “I repubblicani sono felici di dirvi che o l’evidenza (sul cambiamento climatico, ndr) è inconcludente o sono troppo stupidi per capire la scienza. Pensano che sia sbagliato agire come se fosse una crisi e si rifiutano di fare qualcosa per rallentare o fermarla… Tuttavia, cercano di provocare il panico quando si tratta della diffusione di Ebola. Sbagliando”.

L’ELENCO DEGLI ALLARMISTI

Il senatore Rand Paul è uno dei più allarmisti. È promotore della sospensione dei voli provenienti dai Paesi colpiti da Ebola, dimenticando che la maggior parte delle rotte dall’Africa in America fanno lo scalo in Europa e questo rendere praticamente impossibile chiudere l’Atlantico. Ma l’elenco è lungo: nella lista di Papa c’è il presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, che ammette di non essere qualificato per discutere sul cambiamento climatico, ma insiste sul fatto che il presidente Obama dovrebbe “assolutamente prendere in considerazione” il divieto agli americani di recarsi nei paesi dell’Africa occidentale colpiti da Ebola. Il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, insiste che non è uno scienziato quando si tratta di cambiamento climatico, ma che sarebbe “una buona idea di sospendere i voli” di Ebola. Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, che ha studiato scienza al college – dice che lascia “agli scienziati” l’argomento ma dice che è “senso comune” l’idea di vietare i voli.

L’OSSESSIONE PER I VOLI DALL’AFRICA

Il candidato per Iowa al Senato, Joni Ernst, dice che “non sa di scienza ma Ebola dovrebbe essere una priorità dell’amministrazione Obama”. Lo stesso il governatore di Florida, Rick Scott, e l’ex candidato alla vicepresidenza, Paul Ryan. Tutti dimenticano che il contagio non è semplice. Mentre gli scienziati insistono che il pianeta si sta surriscaldando per colpa delle emissioni di carbonio dell’attività umana – con i conseguenti aumento del livello del mare, siccità ed altri eventi meteorologici estremi -, gli esperti spiegano che la diffusione di Ebola non è per via aerea ma bisogna essere in stretto contatto con i fluidi corporei del malato. A fin dei conti, il cambiamento climatico è molto più rischioso a livello globale e imminente. Parola di scienziato.

Un’intervista su Ebola al senatore Rand Paul

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