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Salvini cresce, Renzi gode?

Tutti pazzi per Matteo Salvini? Proprio così titolava Formiche.net un pezzo di Fabrizia Argano su come e quanto giornali ed editorialisti vicini al centrodestra iniziavano a vezzeggiare il salvinismo in ascesa.

Beninteso, nulla di nuovo, come ha spiegato il politologo Giovanni Orsina su La Stampa: anche in Italia spira quel venticello di destra e di estrema destra che gonfia le vele al Front National in Francia e al partito Ukip in Inghilterra. Ma in Italia – come ha rimarcato Il saggista Gennaro Sangiuliano sul Sole 24 Ore – il centrodestra non è in crisi, non è diviso, semplicemente non c’è più. Una semplificazione? Non troppo.

Eppure i leader moderati o smoderati di centrodestra si baloccano ancora con metafore calcistiche. Così Silvio Berlusconi ieri, presentando il libro di Bruno Vespa, ha detto che Salvini potrà essere il goleador della squadra di cui lui sarà il regista. Salvini candidato premier del centrodestra? “Se ne può parlare”, ha detto (sibillinamente?) l’ex premier.

Dunque è fatta, Salvini for premier? Si vedrà. Ma non tutti nel centrodestra, e pure nella Lega, stanno festeggiando, se si legge questo articolo, ad esempio. Di sicuro sta gongolando la sinistra politica, sindacale ed editoriale. Salvini leader del centrodestra è una manna per i progressisti. Il segretario della Lega rappresenta lo stereotipo perfetto del destro nell’immaginario sinistro: un po’ ruspante, a tratti volgarotto, non troppo colto, dai modi spicci e dai toni crudi. E Salvini fa poco, forse nulla, per ribaltare questa iconografia: sparate mediatiche, blitz nei campi rom, grugno perenne.

Un perfetto attore protagonista dei teatrini salottieri allestiti in tv. Non è un caso che da mesi i talk show di tutte le risme si contendono il leader del Carroccio. Memorabile un recente Servizio Pubblico di Michele Santoro in cui si fronteggiavano Salvini e Rosario Crocetta, governatore della Sicilia. Nell’operetta santoriana il più ragionevole e moderato pareva Crocetta, a volte. Ed è tutto dire. Figurarsi che effetti potranno avere confronti fra Salvini e Renzi…

Per questo c’è chi – come il filosofo Massimo Cacciari – intravvede uno scenario del genere: con Salvini egemone a destra, Renzi occuperà sempre più un ruolo centrale e il partito della Nazione lo costruiranno i fatti più che le intenzioni renziane. E’ lo scenario perfetto agognato dal Pd e da Renzi. Avere un candidato premier concorrente che ha un programma con questi caposaldi: No euro, No immigrati, No riforma Fornero delle pensioni (in accordo con la Cgil), No Jobs Act, No Alfano, No Mare Nostrum, No Triton, No No e ancora no. Certo, c’è anche qualche si: sì a una flat tax al 15 per cento, sì a Putin (“a Palazzo Chigi preferisco Putin a Renzi”, ha sostenuto di recente Salvini a Otto e Mezzo senza alcun accenno ironico). Con questi no e questi sì, si può vincere (forse) ma si formano slide per un reale, riformatore, pragmatico, moderato, conservatore, popolare e liberale programma di governo?

Per questo continuiamo a chiederci: Salvini salverà davvero il centrodestra?

Ecco le risposte per il momento del responsabile economia della Lega, Claudio Borghi, del politologo Piero Ignazi, e del saggista Lodovico Festa e del coordinatore di Italia Unica, Lelio Alfonso. Il dibattito su Formiche.net prosegue.

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