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Finmeccanica, su Ansaldo Sts i dubbi del Dipartimento Usa e dei fondi

Si stringono i tempi per l’operazione Ansaldo in casa Finmeccanica. Ieri il cda della holding della difesa e dell’aerospazio ha ascoltato il capo azienda Mauro Moretti sull’aggiornamento delle trattative in corso sulla potenziale dismissione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts: la prima è specializzata nella costruzione di vagoni e locomotori e la seconda nel segnalamento ferroviario. A contendersi le società sono rimasti due gruppi, i giapponesi di Hitachi e i cinesi di Insigma.

LA TEMPISTICA

Per il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro si avvicina il momento delle decisioni: la settimana prossima (il 27 gennaio) è previsto un consiglio di amministrazione che potrebbe pronunciarsi sulla vendita del settore ferroviario. Il fatto che la partita sia alle battute finali è dimostrato non solo dal fatto che ieri sono stati nominati gli advisor che dovranno supportare i consiglieri indipendenti nel cda di Finmeccanica nella scelta del compratore.

LE DOMANDE DEGLI USA

Il progetto di vendita – scrive oggi Luca Pagni su Repubblica – è al centro dell’attenzione sia di shareholder (i detentori delle azioni) sia degli stakeholdes (gli eventuali portatori di interessi nell’operazione). “Tra questi ultimi, secondo fonti politiche – si legge su Repubblica – si può annoverare il Dipartimento di Stato Usa: avrebbe chiesto informazioni per via diplomatica sulla vendita, visto che la filiale americana di Ansaldo Sts gestisce servizi fondamentali per il funzionamento e la sicurezza delle metropolitane nelle due più importanti città del paese, Los Angeles e New York, ma anche a Boston, Philadelphia e nella capitale Washington”. (QUI TUTTI I DETTAGLI IN UN PEZZO DI RICOSTRUZIONE E INDISCREZIONI DI FORMICHE.NET)

I RILIEVI DEI FONDI

“Qualche problema in più potrebbero darlo i soci di minoranza di Ansaldo Sts, che poi sarebbero in maggioranza, visto che Finmeccanica controlla “solo” il 44% del capitale – scrive Pagni sul quotidiano diretto da Ezio Mauro – Più di un fondo di investimenti si sta preparando per esaminare con attenzione il prezzo con cui verrà lanciata l’Opa obbligatoria: contestano la vendita delle due società a uno stesso acquirente, perché una cessione separata l’avrebbe meglio valorizzata. Inoltre, temono che per strappare una migliore valutazione di Breda (società in perdita) non venga concesso un premio sul prezzo di Sts. Se, alla fine, dovesse andare così si dicono pronti a ricorrere alla Consob”.

LA DISFIDA TRA GIAPPONESI E CINESI

“Finmeccanica – scrive oggi Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore – non considera fuori partita Hitachi, con la quale la trattativa è aperta. Insigma ha inviato lunedì scorso una lettera a Finmeccanica confermando la validità per altri 30 giorni della sua offerta, presentata il 15 dicembre”. Comunque sul tavolo di Finmeccanica, secondo Dragoni, “c’è una sola offerta vincolante d’acquisto, presentata dal gruppo tecnologico Inisgma, con il supporto di Bank of China e altre due banche. L’offerta complessiva è di 1,5 miliardi di euro, riferita all’intero capitale delle due società”.

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