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Come saranno riformati i porti secondo Renzi e Delrio

Sarà un concerto tra ministero dei Trasporti e regioni a nominare i vertici delle 8 future autorità di sistemi portuali (Asp) che sono delineate in una bozza di riforma messa a punto dai vertici del dicastero retto da Graziano Delrio. E sarà proprio il titolare del ministero di piazza di Porta Pia a nominare i presidenti delle Asp. In questo articolo di ieri ci sono tutti i dettagli sulle 8 autorità prefigurate dalla riforma in fieri del governo.

LA GENESI DEL DOCUMENTO

Recenti parole del premier Matteo Renzi indicano la rotta del governo sulla riforma della governance portuale: “Mi indigno quando penso che quasi trenta porti in Italia fanno insieme la metà di Rotterdam – ha detto ad aprile il presidente del Consiglio – Credo che ci sia lo spazio per un efficientamento straordinario dei porti italiani. Però non possiamo far sì che ognuno faccia come vuole”.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Il settore è disciplinato oggi dalla legge 84/94. Una legge, secondo i tecnici del governo, che è il “risultato di un primo processo di liberalizzazione e innovazione rispetto alla situazione precedente”, La legge 84/94 ha prodotto – si legge nel documento del ministero – “un profondo mutamento sugli assetti istituzionali ed operativi nei porti italiani: con l’affidamento della gestione dei terminal a soggetti privati; con l’istituzione di 24 Autorità Portuali dotate di autonomia organizzativa e di bilancio”. Il risultato di tale riforma, secondo Delrio – “è stato un sistema portuale caratterizzato da una molteplicità di funzioni e attori che devono interagire tra loro per la gestione”.

IL RUOLO DELL’ASP

Che cosa ha in cantiere l’esecutivo? Tutto si baserà sulle Asp, secondo il documento redatto dagli uomini di Delrio. Obiettivo: “L’identificazione di un Centro Amministrativo Unico”, ovvero la “nuova Autorità di Sistema Portuale – si legge nel rapporto non ancora pubblico – che talora operi avvalendosi delle Direzioni Portuali (con poteri sostitutivi), dipendendo dall’Organo Centrale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la sola approvazione dei programmi di investimento infrastrutturale che prevedano contributi, dello Stato o di soggetti pubblici nazionali o comunitari”.

I POTERI

Le ASP “potrebbero avere – si legge nel documento governativo – poteri di direzione o di raccordo (specie sul piano organizzativo, facendosi carico dei relativi costi, essendo dotata di adeguata autonomia finanziaria) nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche aventi competenza su attività da realizzarsi nell’ambito portuale”.

LA GOVERNANCE

Il modello di governance, secondo il rapporto ministeriale, punta alla “semplificazione della struttura organizzativa dell’ASP”, ma il presidente sarà “nominato direttamente dal ministro, di concerto con il Presidente della/delle Regione/i interessate”. Mentre il “Comitato di Gestione sarà composto, oltre che dal Presidente, da ulteriori membri nominati uno ciascuno dalle Regioni interessate e, ove presenti, dalle città Metropolitane ed in ogni caso non potrà essere composto da più di cinque membri, con l’eccezione dell’ASP Nord Adriatica”.

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