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Grecia, ecco le 4 incognite dopo il No alla Troika. Report Intesa Sanpaolo

Dopo il voto greco e le prime richieste di Alexis Tsipras, come saranno gestiti (a) la carenza di liquidità delle banche, (b) il pagamento degli stipendi e delle pensioni di luglio, (c) il crollo delle prenotazioni turistiche e dell’attività commerciale, (d) la scadenza delle obbligazioni detenute da BCE il 20/7?

(a) Crisi di liquidità delle banche. È possibile che il governo Tsipras speri che l’avvio dei negoziati induca la BCE a tornare ad aumentare gli aiuti alle banche greche. Questo scenario, però sembra implausibile per almeno due motivi:

• l’ESM ha dichiarato venerdì la Grecia in default, riservandosi di chiedere in futuro l’accelerazione dei rimborsi;

• la consapevolezza che dopo il no un accordo diventa altamente improbabile, Difficile che la BCE possa autorizzare un aumento del plafond ELA. Al contrario, vi sarebbero già motivazioni per richiedere il rimborso di quanto erogato. Un’altra possibilità, giustificata dal default già dichiarato, dall’elevata probabilità che non siano onorati i rimborsi del 20 luglio e dall’assenza di un programma, è che siano alzati i margini di garanzia. Tuttavia, tale decisione farebbe immediatamente precipitare la crisi e la BCE non vuole essere vista come il soggetto che “stacca la spina”. Potrebbe invece essere fornito anche qualche aiuto tecnico (per esempio, il cambio di banconote di grande taglio con pezzi da 20 e 10 euro), ma poco di più. La sostanza è che anche un plafond invariato lascia uno spazio di manovra pressoché nullo ad Atene: nel giro di qualche giorno il governo di Atene dovrà dispiegare il suo piano B per rifornire di liquidità le banche elleniche – forse muovendosi fuori da quanto stabilito dai Trattati.

Nel weekend era girata voce di un prelievo forzoso dai conti oltre un certo ammontare, ma credo che se la BCE porrà fine all’ELA potremmo vedere qualcosa di diverso, tipo il licenziamento del governatore della BoG e l’emissione di un decreto per obbligare la banca centrale a finanziare le banche senza sottostare alle direttive della BCE.

(b) Pagamento degli stipendi e delle pensioni. il crollo delle entrate fiscali non può che essere accelerato dopo la chiusura delle banche. Inoltre, la carenza di circolante e la paralisi delle banche rende difficile per il Tesoro far fronte al pagamento degli stipendi e delle pensioni di luglio. Questo è un altro motivo per pensare che il governo di Atene farà rapidamente ricorso all’emissione di mezzi quasi-monetari aggiuntivi, sempre denominati in euro. Questo dovrà avvenire entro una settimana.

(c) Crollo dell’attività economica. Il ripristino della provvista di liquidità alle banche e l’immissione di mezzi di pagamento statali consentiranno nel breve una certa ripresa dell’attività economica. Tuttavia, rimarranno i problemi legati alla chiusura del credito internazionale e la difficoltà di regolare le transazioni con l’estero.

(d) Scadenze debitorie del 20 luglio. la Grecia non rimborserà le obbligazioni alla BCE, e non è pensabile che sia l’ESM a farlo dopo il No al referendum.

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