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Ecco come Isis avanza in Bangladesh

Un gruppo alleato dello Stato Islamico si è attribuito l’assassinio del cooperante italiano a Dacca, capitale del Bangladesh, secondo l’osservatorio di jihadismo Site Intelligence Group. La vittima si chiamava Cesare Tavella, 50 anni, nato in provincia di Ravenna, seguiva un progetto sugli aiuti alimentari con l’ong olandese Icco.

CROCIATO OCCIDENTALE

“Agli occhi degli islamisti radicali, il Bangladesh ha il doppio torto di avere un regime parlamentare e di aver garantito un certo pluralismo religioso alle altre confessioni. L’estremismo politico e religioso si è sviluppato anche qui, a dimostrazione che l’ideologia che ne è alla base non conosce confini”, ha scritto oggi Renzo Guolo su Repubblica. “L’italiano  – ha spiegato Guolo – viene colpito in quanto occidentale, appartenenza definita dall’uso sprezzante del termine ‘crociato’; in quanto cittadino di un Paese che aderisce alla coalizione anti-Is”. 

LE PAROLE DEL GOVERNO

“Non abbiamo trovato prove di un collegamento dell’Is con l’assassinio ieri a Dacca del cooperante italiano Cesare Tavella“: la rivendicazione da parte dell’Is non convince il ministro dell’Interno del Bangladesh, Asaduzzaman Khan Kamal, che, nel corso di una conferenza stampa ha chiarito che “stiamo svolgendo le indagini sull’uccisione. E fino ad ora gli organismi investigativi non hanno trovato alcun legame fra l’Is e l’assassinio”.

INDICI DI CRIMINALITÀ

Il Bangladesh non è comunque un posto sicuro, e non solo per il Califfato. Le statistiche della Polizia locale registrano tra il 2002 e il 2014 oltre 56mila crimini, tra cui omicidi, delitti su donne e bambini e reati legati alla droga.

bangladesh

BLOGGER UCCISI

Tre blogger sono stati uccisi a colpi di mannaia nelle strade della capitale in mano ai radicali islamici, senza che i fatti abbiano avuto spazio sui media tradizionali o i social network. Si chiamavano Avijit Roy, Washiqur Rahman e Ananda Bijoy Das.

IL PIANO AL SUD DELL’ASIA

Come ricorda il sito 5W, a settembre del 2014, il leader di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, aveva diffuso in un video un messaggio dove annunciava la creazione di una fazione dell’organizzazione nel subcontinente indiano con l’obiettivo di “alzare la bandiera della jihad nel sud dell’Asia”. Zawahiri ha fatto riferimento al Bangladesh e ad altri territori di popolazione musulmana, così come ad altre organizzazioni come Jamaatul Muyaidín Bangladesh (JMB), Harkat-ul-Yihad-al Islami (HuJI), Hizb ut-Tahrir (HT) e Ansarullah Bangla Team.

INSTABILITÀ POLITICA

Per Shafqat Munir, ricercatore del Bangladesh Institute of Peace and Security Studies (BIPSS), Isis ha cercato di arruolare persone in Bangladesh e le fazioni locali si stanno riorganizzando. La crescita di Isis in Siria e Irak ha sostenuto la presenza in Afghanistan e Pakistan. E non è possibile scindere la minaccia in Bangladesh dal contesto. Il Bangladesh ha un valore strategico per le azioni in India. “Il terrorismo e la violenza aumentano dove c’è instabilità. In Bangladesh ora c’è instabilità politica”, ha detto Munir a 5W.

ALTA DENSITÀ MUSULMANA

Il Bangladesh è uno dei Paesi con più alta densità di popolazione. Il 90% dei 160 milioni di abitanti sono musulmani, per cui è il quarto Paese con più fedeli di questa religione al mondo. Secondo il centro di ricerca americano PEW, il 99% dei musulmani bengalesi sono sunniti. Per questo il confronto religioso è molto minore rispetto ad altri Paesi del Medio Oriente e il sud dell’Asia, dove ci sono importanti comunità sciite. Comunque, la libertà di culto è molto diffusa in Bangladesh e la maggior parte dei bengalesi sono musulmani moderati con una cultura trasversale. 

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