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Ford e Chrysler su di giri negli Stati Uniti

Comincia la discesa per l’industria automobilistica negli Stati Uniti, e Ford e Chrysler brindano per i dati record sulle vendite del 2013. In gennaio Ford ha visto crescere del 21,8% le immatricolazioni negli Usa a 166.501 unità. Le vendite di auto sono salite del 34%, quelle di utilities del 23% e quelle di furgoni dell’11%. Le vendite retail sono aumentate del 24%.  Ma il mercato auto Usa conferma di essere il trampolino di lancio di anche di Fiat Chrysler. Nel mese di gennaio, infatti, la casa ha venduto in Usa 117.731 auto, il 16% in più rispetto al gennaio 2012.

La relazione causa/effetto

Se la disoccupazione in calo spinge gli americani ad una maggiore fiducia, le Case ripartono con i nuovi piani di assunzioni di fronte a un mercato in forte ripresa. Ford darà lavoro nel corso dell’anno a 2.200 nuovi dipendenti negli Stati Uniti: il numero più alto dal 2001. La decisione è stata presa nell’ambito di un piano di espansione che sottolinea la solidità della ripresa della seconda maggiore casa automobilistica americana sul mercato nazionale. Il colosso di Detroit già l’anno scorso aveva aggiunto 8.100 posti di lavoro. Come riporta il Detroit Free Press, le assunzioni saranno effettuate in particolare nelle divisioni che si occupano di produzione, information technology e sviluppo prodotto.

Il parere di Ugo Bertone

Ford, che aveva chiuso il 2012 con circa 28.000 dipendenti negli Stati Uniti, non ha fatto sapere quali stabilimenti intende potenziare, ma il portavoce Todd Nissen ha precisato che “una buona parte delle assunzioni sarà nella parte sudorientale del Michigan”.

“Le vendite di auto in Usa crescono a due cifre, così come quelle giapponesi che tornano ad andare bene”, spiega a Formiche.net il giornalista ed editorialista Ugo Bertone, già inviato speciale della Stampa e in passato direttore di Borsa&Finanza.

Le ragioni della ripresa? “Il mercato Usa, per opera della pulizia che l’Europa non ha fatto, ha deciso lo stop degli impianti da chiudere ed ha aumentato il suo livello di competitività grazie agli investimenti in nuovi modelli”. E con il presidente Obama festeggiano anche le case europee le cui vendite non trovano sbocco nel Vecchio Continente. “Un calo della pressione sulla benzina potrebbe inoltre lasciare un po’ di spazio per le berline tedesche e allo stile Alfa”, aggiunge Bertone.

Ma il merito del boom delle immatricolazioni è dovuto essenzialmente alla ripresa del mercato del credito, anche perché “negli Stati Uniti è stata fatta una ripulitura delle partite incagliate e il mercato è tornato a tirare. Si tratta di un esempio di fiducia ritrovata”, osserva Bertone.

Ma il successo di Ford dipende da un mix di fattori: “Assistiamo ad un miglioramento della qualità della domanda, ad un’offerta più adeguata e a forti investimenti nell’elettronica sulle auto”. Le Case americane stanno insomma trasformando i classici “cassoni” in auto dove c’è sempre più elettronica.

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