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Siria, ecco gli amici e i nemici di Assad

Ieri il ministro degli Affari esteri siriano, Walid Muallem, è arrivato a Baghdad per incontrare alcuni funzionari di alto livello in Iraq. L’obiettivo è “conquistare” il governo iracheno come alleato nei dibattiti internazionali sul conflitto siriano.

L’Iraq è uno dei pochi paesi che (formalmente) ancora non si è schierato. Ma la paura che la guerra in Siria raggiunga il proprio territorio e provochi nuove tensioni tra sciiti e sunniti ha spinto al governo a scendere in campo.

Anche se la Siria ha confermato la sua partecipazione al vertici Ginevra 2, i primi giorni di giugno per trovare una soluzione politica al conflitto, le discussioni su chi sarà invitato – e chi sarà escluso – impediranno molto probabilmente che l’incontro abbia successo. Secondo il sito di Carnegie Endowment for International Peace il ruolo dell’Iran è un motivo di dibattito che potrebbe prolungarsi per mesi.

Come ricorda oggi sul Corriere della sera Guido Olimpio, in Siria si combatte più di una guerra: quella tra il regime e i ribelli, tra musulmani sunniti contro musulmani sciiti, tra cristiani e curdi. Per questo motivo sono coinvolti forze internazionali che contribuiscono non solo a parole ma anche con “volontari”, armi e denaro.

Gli amici 

Dopo il veto della Russia e la Cina a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro la Siria, è stato creato il gruppo “Amici della Siria”, un collettivo diplomatico internazionale convocato periodicamente per discutere sul conflitto e trovare una soluzione politica.

Tutti i partecipanti alle riunioni hanno dimostrato una convinta disposizione a collaborare, ma il quadro di alleanze (e resistenze) attorno al conflitto si fa più complesso. Oltre agli imprenditori che sostengono il regime, tra i paesi alleati che aiutano Bashar al-Assad con petrolio, munizioni e consigli strategici, ci sono Russia, Iran, Venezuela, Nicaragua e molto probabilmente anche Iraq.

Secondo il Wall Street Journal, prima della morte del presidente Hugo Chávez, dal paese sudamericano partivano navi caricate con circa 47mila tonnellate di diesel a basso tenore di zolfo. Determinante il “lavoro sporco” degli Hezbollah libanesi.

I nemici

Quelli che stanno collaborando (anche sottobanco) con i ribelli siriani sono Arabia Saudita, Qatar, Croazia, Libia e Turchia, che principalmente forniscono armi e denaro ai ribelli. I governi che cooperano con i paesi arabi sono Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Il presidente Barack Obama ha già detto che ci sarà un “cambio di strategia” nella vicenda siriana perché è stato confermato l’uso di armi chimiche da parte di Damasco.

Ma la lista dei nemici di Assad è ancora più ampia. Sempre secondo Olimpio, i “volontari” che si arruolano nelle file dei ribelli provengono da tutte le parti del mondo: Belgio, Italia, Kosovo, Bosnia, Danimarca, Germania, Turchia, Irlanda, Libano, Cecenia, Egitto, Libia, Giordania, Algeria, Tunisia, Canada, Spagna, Svezia, Bulgaria, Cina, Marocco, Yemen, Palestina e Finlandia. Dietro c’è anche l’ombra della “legione straniera”.

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