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Travaglio non è tanto Bonino neppure con le Procure

La lettura mattina degli scritti di Marco Travaglio mette a volte di buon umore per le ironiche staffilate che dispensa a destra e a manca (più a destra che a manca), ma induce spesso a uno scoramento per le vere o presunte nefandezze che squaderna, anzi commenta.

E’ un misto di beffarda ironia che ha un effetto depressivo per le magnifiche sorti e progressive del nostro Stato quello che produce la lettura dell’editoriale di oggi intitolato sul Fatto Quotidiano “Kazaki & Cazzari”. E sì, Travaglio non nutre alcuna fiducia nel rapporto che oggi leggerà il capo della Polizia sul caso Kazakhstan. Così come – sorpresa delle sorprese – il giornalista ritenuto più vicino ai giudici di ogni latitudine non ha tanta fiducia neppure nella Procura di Roma.

Sentite la penna più puntuta d’Italia, almeno se si legge il quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Oggi il capo della Polizia, Alessandro Pansa, chiarirà i contorni della vicenda della moglie e della figlia del dissidente kazako? Per il Giornale il dissidente è tutt’altro che uno stinco di santo, come a volte viene descritto da alcuni giornali italiani, però Travaglio non ha troppa fiducia in Pansa: “Come se il nuovo capo della Polizia potesse mai sbugiardare il superiore da cui dipende e mettere in crisi il governo che l’ha nominato”.

Ma Travaglio non è troppo benevolo neppure con la Procura di Roma, “che in questi anni si è sempre mossa come una protesi del governo di turno”, sentenzia Travaglio nel commento odierno sul Fatto Quotidiano.

Dunque dimissioni subito da parte di Angelino Alfano ed Emma Bonino, chiede in sostanza l’editorialista e vice direttore del quotidiano diretto da Padellaro. Ma attenzione, sottolinea Travaglio: “E’ ipocrita prendersela con loro”. Perché? Perché “la Bonino è uno dei personaggi politici più sopravvalutati del secolo”. E Alfano “è l’attaccapanni di B.”.

Si ride, o meglio si sorride, ma si può forse anche piangere.

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