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Parliamo un po’ di Formiche.net?

Un anno fa andava on line il nuovo Formiche.net dopo un rodaggio di tre mesi: dal 15 settembre 2012 sono direttore di www.formiche.net.

E chissenefrega, direte. Giusto. Quindi iniziamo prima dalle notizie, ovvero dai numeri. Mi limito a ricordare qualche percentuale che può rendere l’idea degli sforzi appassionati compiuti dalla redazione e dai collaboratori: oltre 200 per cento in più di contatti negli ultimi tre mesi rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Ma spiega tutto Fabrizia Argano in questo articolo.

E’ stato un anno avvincente e stimolante: la fatica, che pur c’è stata e spesso si è fatta sentire, è stata ripagata da numeri e riscontri crescenti. Dunque, grazie a chi ci legge.

Ma il primo grazie va all’editore, nella persona di Paolo Messa, che mi ha offerto la possibilità di misurarmi sul web dopo 15 anni di carta passati fra varie testate (il Borghese, il Giornale, il Mondo, MF/ Milano Finanza e Il Foglio). Ringrazio Messa anche per sopportare qualche mia mattana.

Se il sito formiche.net è sempre più seguito e noto lo si deve anche a Pierluigi Magnaschi, un mito vivente del giornalismo italiano (esagero?, allora guardate la sua biografia e poi ditemi…). Magnaschi, da direttore del quotidiano Italia Oggi, non ha le fisime di altri direttori di giornali di carta che disdegnano quanto di buono c’è on line e dunque ripubblica spesso articoli di formiche.net. Il mio grazie in questo caso è un misto di orgoglio e riconoscenza.

Vorrei ringraziare alcuni dei blogger più affezionati e prolifici, ma così facendo farei torto alla passione di tutti e all’attaccamento di molti per la testata.

Permettetemi però di ringraziare chi, con mail, telefonate o sms, ci ha incoraggiati, lodati e talvolta criticati (le critiche sono sempre ben accette e spesso anche azzeccate). Chi ad esempio mi sprona e spesso mi rimbrotta è Federico Guiglia: ma lui, si sa, è un perfezionista. Lo conosco bene: è stato il mio primo vero maestro. Mentre scrivo, spesso mi capita di pensare ai consigli che mi dava nel ’97. Consigli sempre attuali, direi immortali.

Un grazie affettuoso va a Giuliano Cazzola, una preziosa fonte quando ero solo cronista e ora una generosa firma di Formiche.net. In questi dodici mesi e più non hanno lesinato contributi e incoraggiamenti anche Gianni Gambarotta (il direttore meno invasivo che ho avuto) e firme come Stefano Cingolani, Antonio Maria Rinaldi, Michele Magno, Gennaro Malgieri, Carlo StagnaroLodovico Festa e Francesco Damato si sono aggiunte a quelle già presenti su Formiche.net come ad esempio Giovanni Di Capua, Benedetto Ippolito, Giuseppe Pennisi e Paolo Savona.

In qualche momento controverso ho contato sull’amicizia e la stima di Mario Sechi, che ho avuto come vicedirettore e capo della redazione romana al Giornale. Al quotidiano milanese sono arrivato nel ’99 grazie a Maurizio Belpietro prima come stagista e poi come praticante. Belpietro mi ha consentito di stare in una palestra giornalistica – la redazione economia e finanza del Giornale – con maestri del calibro di Osvaldo De Paolini, Guido Rivolta e Roberto Di Lellis. In quella redazione c’erano anche numeri uno come, ad esempio, Mario Giordano e Giovanni Pons.

Mi sto dilungando troppo? Forse. Ma se qui si cerca di informare, commentare e analizzare in maniera non troppo banale, e senza annoiare, è anche merito loro e dei loro insegnamenti. E non posso non dire grazie ad Antonio Satta (che mi ha sorretto anni fa in un momento professionale buio) e all’amico Daniele Bellasio, che mi illumina su segreti e trucchetti del giornalismo on line (i segreti comunque non li ho ancora ben appresi, dice lui).

Ho scritto troppo. Quindi mi fermo. Ovviamente grazie alla redazione e ai collaboratori: è solo grazie a loro se questo sito è così bello, sfizioso, curato, colto e pure un po’ di successo.

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