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Passera, de Bortoli e l’offensiva contro “l’uomo solo al comando”

L’affondo portato dal direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli contro Matteo Renzi  ha riscosso un profluvio di adesioni tra storici nemici e nuovi avversari del premier.

Tra loro va annoverato il leader di Italia Unica Corrado Passera, che ha rilanciato i temi nevralgici del suo manifesto programmatico formulato nel libro “Io Siamo. Insieme per costruire un’Italia migliore”.

L’interesse crescente verso Italia Unica

Passera lo ha fatto presentando ieri il volume, nella cornice del Tempio di Adriano a Roma, a fianco di due rappresentanti autorevoli dell’establishment moderato.

L’imprenditore Aurelio Regina, già vice-presidente di Confindustria, che esorta Passera a sviluppare un piano accurato di abbattimento del debito pubblico dal 130 ad almeno il 100 per cento del PIL.

E l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale e ormai fuoriuscito dall’orbita politica del centro-destra.

Una ricetta liberale

L’ex responsabile dello Sviluppo economico nel governo guidato da Mario Monti ha riproposto e affinato le idee-forza dell’ambizioso progetto per la rinascita produttiva e sociale del nostro paese. Prospettiva anticipata all’Aranciera della Capitale a febbraio ed enunciata a giugno nella prima iniziativa ufficiale di Italia Unica.

Una ricetta liberale, fondata su un taglio shock delle tasse per famiglie e imprese, sullo snellimento delle istituzioni pubbliche e sul ruolo attivo delle realtà associative.

Un centro-destra deberlusconizzato

L’ambizione dell’ex banchiere, che ha alimentato interrogativi e interesse crescente, è la costruzione di un centro-destra riformatore a vocazione maggioritaria.

Libero soprattutto dal peso di Silvio Berlusconi: “Responsabile del tradimento della rivoluzione liberale che aveva fatto sognare tanti cittadini”.

Come rilanciare imprese e famiglie

È al mondo privato di una valida alternativa a quella progressista che l’ex numero uno di Poste si rivolge per promuovere il taglio di metà delle tasse sulle aziende, introdurre il credito di imposta per consentire alle multinazionali di tornare in Italia per fare ricerca, mettere in campo investimenti privati e pubblici tramite l’utilizzo intelligente dei fondi strutturali europei, restituire tutti i 100 miliardi di debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, trasferire il trattamento di fine rapporto in busta paga su base volontaria per riattivare i consumi. Per i nuclei familiari Passera ha in mente una no tax area per ogni figlio, scuola materna ed elementare a tempo pieno, bonus badanti.

La sintonia con il premier sull’articolo 18

A suo giudizio è questa la strada per favorire la ripresa economica, unico requisito per produrre effettive opportunità di lavoro: “Perché ragionare di regole, peraltro ancora evanescenti come il contratto unico con tutele crescenti nel tempo, rischia di farci cadere nell’astrattezza”.

L’ex ministro preferisce riflettere di flessibilità nel posto di lavoro, stanziare risorse per i contratti di produttività, abrogare i contributi fiscali per le retribuzioni che possano incrementare il welfare aziendale.

E l’articolo 18? La risposta del leader di Italia Unica rivela piena consonanza con la proposta formulata dal governo: “È necessario prevedere il reintegro solo per i licenziamenti discriminatori”.

Le affinità con il “nuovo” Corriere

Radicale bocciatura verso l’operato del Presidente del Consiglio viene invece espressa da Passera sul tema sollevato nell’editoriale di Ferruccio de Bortoli: “Posso affermare per esperienza personale che si vince solo con una squadra fortissima. Il leader che vince in un paese come il nostro è capace di portare altri leader, anche più bravi di lui, in tutti i campi. Una dote carente nel premier italiano”.

Una sintonia profonda con la riflessione del direttore del Corriere. Meritevole di attenzione, visto che all’epoca del governo Monti il principale quotidiano nazionale non risparmiò valutazioni pungenti e assai critiche verso l’allora responsabile per lo Sviluppo economico.

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