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Cosa sta succedendo in Egitto

Nella capitale egiziana, dove ieri si erano radunati migliaia di manifestanti pro e anti-Morsi, si sono verificati violenti scontri che hanno portato anche l’intervento dell’Esercito. I Fratelli Musulmani hanno denunciato oltre 70 morti. Ma il governo, che accusa gli islamisti delle violenze, minimizza le perdite e parla di non oltre 20 persone uccise.

I fatti
Alcuni manifestanti pro-Morsi hanno cercato questa mattina di bloccare un ponte sull’autostrada verso l’aeroporto del Cairo e si sono scontrati con un gruppo di residenti: la polizia è intervenuta per separare le due fazioni. Il ministero ha ribadito che gli agenti hanno utilizzato solo i gas lacrimogeni, facendo intendere che le vittime fra i manifestanti islamisti sono state uccise in scontri con altri gruppi e non con le forze dell’ordine. Il ministero ha quindi reso noto di voler far sgombrare “in tempi rapidi” le due piazze occupate da quasi un mese dai sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi.

La responsabilità secondo il ministro dell’interno egiziano
“La responsabilità degli scontri costati ieri la vita a decine di persone in tutto l’Egitto è dei manifestanti islamisti”, ha dichiarato il ministro dell’Interno egiziano, Hani Abdellatif. “I Fratelli Musulmani non hanno voluto che la giornata trascorresse pacificamente e hanno cercato di provocare disordini in diversi governatorati, in particolare al Cairo ed Alessandria”, ha spiegato il portavoce del ministero.
Il titolare degli interni, Mohamed Ibrahim, ha assicurato che le forze dell’ordine agiranno “nel rispetto della legge” e cercando di “minimizzare la perdite”. Migliaia di sostenitori di Morsi sono accampati nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya, nel quartiere cairota di Nasr City, e all’Università del Cairo a Gizah: “Speriamo che i manifestanti tornino alla ragione e che mettano fine a questi sit-in in modo da evitare ogni spargimento di sangue”, ha concluso il ministro.

Mohamed Morsi in stato di detenzione preventiva
Intanto la giustizia egiziana ha ordinato ieri l’arresto del presidente deposto Mohamed Morsi per la presunta complicità in attività criminali a inizio 2011, attribuite al movimento islamico palestinese Hamas: la decisione è stata condannata dai Fratelli Musulmani e dal gruppo palestinese.
Morsi nello specifico è stato posto in stato di detenzione preventiva per un periodo massimo di 15 giorni per il suo presunto coinvolgimento in queste operazioni contro le forze di sicurezza durante la rivolta contro il presidente Hosni Moubarak nel 2011. Le accuse vertono in particolare sul presunto sostegno fornitogli da Hamas per l’evasione da una prigione in cui il regime di Mubarak lo aveva rinchiuso all’inizio del 2011.

Il commento dell’ex ministro Frattini
Il rischio di islamizzazione radicale dell’Egitto esiste e “l`unica strada per la stabilità è l`inclusione dei Fratelli Musulmani nel nuovo processo di ricostruzione istituzionale”, ha detto l`ex ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato dal quotidiano online “Il Sussidiario”. “Le accuse a Morsi, in una situazione così complicata, non vanno prese per oro colato”, ha spiegato l’ex titolare della Farnesina. “Ma, se vere, ci troveremmo di fronte a circostanze estremamente gravi: significherebbe che la Striscia di Gaza è diventata un`area di libera circolazione delle forze terroristiche”, ha aggiunto Frattini.

Le condanne di Londra
Questa mattina Londra ha condannato “l’uso della forza contro i manifestanti”, invitando “i due fronti a mettere fine alle violenze”.  Il ministro degli Esteri, William Hague, ha espresso la sua preoccupazione: “Sono molto preoccupato per la piega che hanno preso gli eventi in Egitto”, ha detto riferendosi alle decine di manifestanti sostenitori del deposto presidente Morsi che sono stati uccisi nel corso degli scontri che sono proseguiti tutta la notte.

E l’invito di Berlino
Preoccupazione è stata espressa anche dal ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle: il ministro “è molto preoccupato di fronte alla violenza delle manifestazioni, con numerose vittime”, indica il ministero in un comunicato. Il capo della diplomazia tedesca “invita le autorità egiziane ad autorizzare le manifestazioni pacifiche e a fare il possibile per evitare altri scontri. È solo con il dialogo e non con la violenza che il futuro dell’Egitto potrà essere delineato”, aggiunge Westerwelle.

Ecco tutti gli approfondimenti dedicati alla crisi egiziana nello speciale di Formiche.net:

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